"No alle trivelle in mare, sì a eolico e fotovoltaico"

Posizione netta di Legambiente sull’ipotesi paventata dal governo Meloni. Il presidente Rizzati "Contrari per i danni ai pescatori e rischio subsidenza"

Migration

COMACCHIO

È di forte contrarietà la posizione di Legambiente rispetto a nuove concessioni per estrazioni di gas, che potrebbero essere autorizzate in mare tra Comacchio e Goro. Una contrarietà che da anni viene espressa, e viene rimarcata anche oggi dal presidente del Circolo Legambiente Delta del Po Marino Rizzati che richiama le posizioni già espresse dall’associazione ambientalista a livello regionale, con motivazioni non solo di carattere ambientale, ma anche di carattere economico, considerando i possibili impatti che le attività di estrazione potrebbero derivare per i settori della pesca e turistico del territorio.

Presidente Rizzati qual è la vostra posizione sull’apertura del Governo?

"E’ la stessa che abbiamo espresso nell’incontro che si è tenuto la scorsa estate al Museo della Marineria di Cesenatico (intitolato ‘Forum del mare: le prospettive per l’energia pulita nell’Adriatico del futuro’, ndr) nell’ambito della tappa emiliano-romagnola di Goletta Verde. Noi siamo contrari a nuove attività di trivellazione, come siamo contrari alla realizzazione del rigassificatore a Ravenna, mentre siamo a favore delle opere per l’eolico e il fotovoltaico off-shore, dunque alle fonti energetiche rinnovabili".

Quali le ragioni?

"Le ragioni sono sia di tipo ambientale che economico. Su quest’ultimo aspetto ricordo che tra Goro e Cesenatico operano numerosi pescatori e vongolari che già stanno affrontando difficoltà, anche dovute ai rincari del carburante, e che verrebbero ulteriormente penalizzati da questo tipo di attività".

E quanto all’aspetto ambientale?

"È conclamato il fatto che le attività di trivellazione per l’estrazione del gas influenzino la subsidenza, particolarmente sentita sul nostro territorio, interessato da fenomeni di erosione e ingressione marina. È un aspetto che non può essere sottovalutato, se vogliamo salvaguardare il nostro litorale. Non si può pensare di verificare a posteriori quali saranno le ricadute. È necessario tenere conto di tutti gli impatti che potrebbero esserci sia sotto il profilo ambientale marino, sia sotto l’aspetto dell’economia del nostro territorio che oltre al settore della pesca contempla anche il settore turistico".

Come detto, la ‘battaglia’ di Legambiente contro la concessione di nuove autorizzazioni di estrazione di gas in mare e la dismissione degli esistenti, per puntare su un nuovo modello energetico basato sulle fonti rinnovabili. A testimoniarlo è anche il dossier che è stato redatto dall’associazione nel 2016, nel quale vengono valutati gli effetti delle trivellazioni per il mare, il suo ecosistema e le attività economiche ad esso collegato. Una posizione che, a circa sei anni di distanza, come testimoniano anche le parole del presidente del Circolo Delta del Po dell’associazione ambientalista Marino Rizzati, non sono assolutamente cambiate.

Valerio Franzoni