Noi giovani pronti a lavorare Ma con dignità

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Mariantonietta

Falduto*

La maggior parte degli studenti che conosco, soprattutto se sono fuorisede, cercano di mantenersi agli studi proprio lavorando. Per non essere di peso alle famiglie per il pagamento di tasse, libri e l’affitto dell’appartamento. Quindi il solito discorso secondo il quale i giovani non hanno voglia di rimbocarsi le maniche è del tutto sbagliato ed anche molto ingeneroso. I miei colleghi di studio che lavorano o hanno lavorato, nelle pausa tra gli esami e le sessioni, invece denunciano di trovarsi davanti spesso orari molto lunghi e magari stipendi non proprio all’altezza o comunque bassi. Proprio per questo motivo in alcune situazioni, nelle quali questi ragazzi non riuscivano più a mantenersi o facevano molta fatica, siamo intervenuti e siamo riusciti ad ottenere un dilazionamento delle rette universitarie proponendo scadenze diverse da quelle legate all’iscrizione delle singole facoltà. A volte ci siamo riusciti, in alcuni casi invece il tentativo non ha ottenuto l’effetto sperato. Noi giovani siamo pronti a lavorare, questo per molti di noi è un obiettivo. Certe accuse sono del tutto ingenerose da chi tra l’altro rappresenta il futuro di una società e di un Paese. Ma un conto è dare la disponibilità a lavorare per non pesare sulle famiglie, altro discorso accettare le condizioni in alcuni casi anche molto pesanti che ci vengono proposte. Questo non è giusto ed è anzi lesivo della dignità di noi giovani. Siamo tutti convinti che sia necessario fare esperienza. Ma fare esperienza non vuol dire essere sfruttuati. *coordinatrice Unione

degli universitari Ferrara