Nonna uccisa dal nipote a Ferrara, la testimone: "Le sbatteva la testa sull’auto"

L’agghiacciante racconto di Angelica, la ragazza che ha dato l’allarme: "Quando li ho visti la prima volta erano entrambi fuori dalla vettura"

Angelica, la ragazza che ha dato l’allarme assieme al vicesindaco Nicola Lodi

Angelica, la ragazza che ha dato l’allarme assieme al vicesindaco Nicola Lodi

Ferrara, 23 novembre 2019 – «Non riuscivo a credere ai miei occhi: una testa bianca che veniva sbattuta con violenza su un’auto». Ad Angelica salgono ancora le lacrime agli occhi quando racconta quei minuti di delirio che per lei sono iniziati vicino alla stazione ferroviaria, intorno alle 21 di mercoledì. «Riuscivo solo capire che si trattava di un ragazzo e di una persona anziana. Erano fuori dall’auto e lui l’afferrava per i capelli e poi le sbatteva la testa sulla vettura. Non riuscivo a crederci, ho suonato il clacson, ho sfanalato. Non nascondo che ero spaventata. Da sola non potevo fare niente, allora ho chiamato mio cognato (un carabiniere, Ndr) perché vive lì vicino, gli ho detto di scendere per fare qualcosa e nel frattempo ho cercato di memorizzare la targa e di non perdere di vista l’auto – continua a raccontare Angelica – anche se ho dovuto fare inversione per tornare in quel punto. Quando sono arrivata mio cognato era sceso, ma i due non c’erano più".

Li ritroverà poco distanti, all’altezza di un semaforo di via Marconi, dove poi si è consumato il delitto. Dove Maria Luisa ha perso conoscenza, sotto i ripetuti colpi inferti dal nipote, per poi morire in ospedale. "Il ragazzo continuava a picchiarla – riprende Angelica – Le sbatteva la tesa sul volante e poi pugni. Mio cognato ha cercato di bloccarlo, ma faceva resistenza".

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La ragazza mentre l’appuntato dei carabinieri cercava di arginare la furia di Pierpaolo Alessio, chiedeva aiuto ai passanti – non pochi hanno guardato e sono passati oltre – Finalmente si è fermato Imed, che era insieme alla moglie Vanessa. "Mi sono subito occupato del ragazzo – racconta Imed – Gli ho detto di stare calmo che tanto non l’avrei mollato. Lui urlava, non smetteva di gridare. Voleva scappare. A un certo punto, non riuscendo a divincolarsi, ha preso il suo cellulare e me lo ha mostrato dicendomi ‘Tieni, prendi questo e lasciami andare’. Era completamente fuori di sé, ma io so come agire in queste situazioni e poi non potevo assistere senza fare niente".

Gli investigatori al lavoro e nel riquadro l'anziana vittima del nipote
Gli investigatori al lavoro e nel riquadro l'anziana vittima del nipote

Poi messo di fronte all’ultimo respiro della nonna. Pierpaolo ha cominciato a chiamarla: "Nonna, che fai? Lo vedi che mi potano via, è colpa tua". Sono ancora scossi Angelica, Imed e Vanessa quando ieri nell’ufficio del vicesindaco Nicola Lodi che li ha ricevuti raccontano le scene di un delitto agghiacciante. Sarà difficile per loro dimenticare quei frammenti di follia. Di come un nipote ha massacrato di botte la nonna che viveva per lui. "Ma siamo rimasti sconvolti anche da come – hanno sottolineato sia Angelica che Imed – molti automobilisti siano passati oltre. Senza fermarsi ad aiutare. Anzi qualcuno si è lamentato anche perché intralciavamo il traffico".