"Notte tra i capolavori, stupenda esperienza"

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"Visitare una mostra in notturna è un valore aggiunto". Sabrina Ronchetti, tra sabato e domenica, ha fatto le ore piccole per riuscire ad avere testimonianza diretta del messaggio di Banksy. Sul suo biglietto d’ingresso alla mostra di Palazzo dei Diamanti – terminata ieri –, alla voce orario, c’è infatti scritto: 3.45.

Prima curiosità: perché la scelta di quell’orario?

"Io e la mia amica Deborah Pantaleoni ci eravamo prefissate sin dall’inizio di venire a Ferrara a vedere ‘Un artista chiamato Banksy’. Poi, con l’estate, tutto è un po’ scivolato via, così ci siamo ridotte all’ultimo istante. Stavamo quasi per rinunciare, quando abbiamo letto dell’apertura no-stop e ci è scattata una molla dentro: abbiamo voluto provare questa esperienza".

Come è andata?

"Benissimo. Entrare a Palazzo dei Diamanti di notte è stato magico. Il fatto di poter godere di una mostra ad un orario del genere rende tutto molto più intimo e anche la modalità stessa di fruizione diventa parte dell’installazione".

Come si è svolta la vostra notte ferrarese?

"Siamo partite da Modena alle 2, dopo un ultimo momento di tentennamento, lo ammetto. Nei giorni scorsi ero vogliosa di provare questa esperienza, ma proprio sabato sera io e la mia amica ci siamo chieste se ne valesse la pena. Viaggiando a quell’ora, invece, non abbiamo avuto problemi di traffico o parcheggio. Alle 3.45 siamo entrate, un’oretta e mezza di visita, poi il ritorno. Alle 6.30 eravamo a casa e io, alle 8.30, già al lavoro".

Una levataccia insomma…

"Sì, ma estremamente piacevole. Tutto mi sembrato più rallentato. Entrando la notte, senza la ressa e i rumori delle ore del giorno, mi sono potuta godere appieno ogni opera. Purtroppo, siamo abituati a orde di persone che, specie in mostre famose come questa, si accalcano e ti mettono fretta: qui, un po’ causa Covid, un po’ per il ‘fattore notte’, non c’è stato alcun tipo di pressione. Certo, pensare di rifarlo per ogni evento, per me, non è plausibile. Ma una volta ogni tanto credo sia quasi doveroso".

Al di là dell’aspetto notturno, come ha trovato l’esposizione?

"Mi è piaciuta molto. Sia per i messaggi potenti che Banksy manda con le proprie opere, sia per l’allestimento. Poi, nonostante abbia amici appassionati di street art che conoscono tutto e mi parlano in continuazione di molti artisti, ho scoperto cose che non sapevo su Banksy".

E’ stata la sua prima notte al museo?

"Sì. Al massimo ero entrata a tarda sera, tipo verso le 22. Sono rimasta entusiasta e penso che questo tipo di soluzione, se proposta negli ultimi giorni o in occasioni particolari, possa diventare una bella abitudine. E’ un’idea interessante, su cui i musei dovrebbe seriamente riflettere".