Nuovo Dpcm, Fipe "Movida, non è prevenzione ma coprifuoco"

Per piazza Verdi il decreto ‘cancella’ i trecento posti in piedi previsti dal piano dei varchi. Musacci (Fipe): "Servono più controlli"

Ragazzi in piazza Verdi

Ragazzi in piazza Verdi

Ferrara, 14 ottobre 2020 - Il divieto di sostare fuori dai locali dopo le 21, inserito nel nuovo decreto, non piace alla Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi. Tanto che, nel corso del confronto con il premier Giuseppe Conte, Fipe si è fatta carico di portare avanti almeno la battaglia per chiudere i locali alle 24. Comunque, si beve solo seduti ai tavoli. Questi provvedimenti hanno necessariamente un riflesso anche per quello che riguarda l’organizzazione della movida anche in città e comportano un ripensamento a partire dal progetto ‘Movida sicura’. Progetto che, su mille persone ammesse, contemplava anche trecento posti in piedi. Posti che, sulla base delle nuove restrizioni, non potranno più esserci.

"La ratio di questo provvedimento è assolutamente inesistente – commenta Matteo Musacci, presidente provinciale Fipe Confcommercio – anche perché non si capisce quale sia la differenza nell’avere tante persone che consumano il caffè in un bar alla mattina rispetto all’avere persone fuori dai locali, sedute al tavolo, che consumano un cocktail anche oltre la mezzanotte".

Quello che invece Musacci ritiene prioritaria è "una seria intensificazione dei controlli: la chiusura dei locali genererà un problema di carattere sociale a partire dagli assembramenti che andranno a crearsi spontaneamente ad esempio nelle case private". "Chiamiamo le cose con il loro nome – si sfoga il titolare del cocktail bar ‘Apelle’ – queste non sono restrizioni: è un vero e proprio coprifuoco. Tra le altre mancanze di questo Governo c’è l’assoluta mancanza di previsione di misure di ristoro per quelle attività che perderanno gran parte del loro fatturato proprio perché lavorano in fascia oraria notturna". Per quanto riguarda via Mayr e piazza Verdi, l’imprenditore ha le idee chiare: "È positivo che si lasci piazza Verdi allestita con le distese per i locali. Ci vorranno probabilmente i ‘funghi’ per riscaldare anche se in uno spazio aperto temo che l’efficacia sia piuttosto ridotta". Il ‘padre’ del progetto ‘Movida Sicura’, l’assessore alla sicurezza Nicola Lodi si dice "preoccupato per le attività commerciali della zona in cui si concentra la movida e non solo" per cui decide di appellarsi al presidente della Regione Stefano Bonaccini.

"Auspico – dice Lodi – che possa concedere al nostro progetto una deroga. Abbiamo dimostrato coi fatti e i numeri che si tratta di qualcosa che permette il divertimento ma rigorosamente in sicurezza. Peraltro Ferrara con questo progetto, vagliato e approvato anche da prefettura e questura, è diventata un vero e proprio esempio di gestione del divertimento in tempi di Covid". L’idea di Lodi è che "le attività distribuiscano le copertine ai singoli clienti. Chiaramente, una volta ricevuto il panno, il cliente lo porta a casa e lo riutilizza in altre occasioni quando torna a consumare nei locali".

Per quanto riguarda l’ipotesi di installare dei ‘funghi’ per riscaldare i clienti ai tavoli esterni, Lodi chiarisce che "l’amministrazione non può farsi carico direttamente dell’acquisto di questi dispositivi, ma sicuramente potrebbe essere una buona soluzione che in ogni caso va sottoposta al vaglio di prefettura e questura". Lodi ha intenzione di portare a termine la battaglia e spera in un aiuto dall’assessore regionale Paolo Calvano.