Nuovo supermercato, siluro leghista "Fabbri non faccia gli errori del Pd"

I ’dissidenti’ Savini, Pignatti e Caprini smontano il piano della Giunta: "Caserma, giù le mani dal patrimonio Unesco"

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di Federico Di Bisceglie

Non è un fulmine a ciel sereno. Ma se dovessimo utilizzare una metafora marittima, lo potremo definire un siluro nel bel mezzo dello scafo di un’imbarcazione. I consiglieri leghisti Francesca Savini, Luca Caprini e Catia Pignatti (questi ultimi già astenuti in commissione), hanno infatti stilato un documento al vetriolo nel quale esprimono la loro "più netta contrarietà rispetto la costruzione di un nuovo ipermercato e di un parcheggio scambiatore all’interno della città". Insomma, una bocciatura in piena regola del progetto ’Feris’. Il piano che prevede, tra le altre cose, la riqualificazione dell’ex caserma di via Cisterna del Follo e presentato come uno dei fiori all’occhiello dell’amministrazione. D’altra parte, mediante l’accordo di programma tra Arco Lavori e Rnh (in discussione domani in Consiglio Comunale), il Comune si prepara ad accogliere un robusto investimento: circa 85 milioni di euro. Ma, anche sul progetto di recupero del compendio – che nelle intenzioni della Giunta dovrebbe trasformarsi in un campus universitario – i leghisti nutrono più di una perplessità e lanciano un ’controprogetto’. "Da decenni, tutti i candidati sindaco si propongono di recuperare la Caserma Pozzuolo del Friuli, in completo stato di abbandono – così i consiglieri leghisti – Oggi, ci sembra che il sindaco Fabbri abbia una straordinaria opportunità: quella, di utilizzare i fondi del Pnrr per acquisire e ristrutturare quel complesso immobiliare, in grado di rispondere agli obiettivi indicati nel suo programma elettorale". Eppure, eccepiscono Caprini, Pignatti e Savini, "l’illustrazione di recente effettuata dalla Giunta del programma di utilizzazione dei fondi del Pnrr – osservano – sembra non contenere alcun riferimento alla Caserma in questione. Perchè rinunciare all’occasione di aggiungere al patrimonio comunale quel complesso immobiliare, anziché cederlo a un privato?". Ma i veri mal di pancia arrivano sul progetto di costruzione di un’area commerciale dedicata alla grande distribuzione in via Caldirolo. "A rendere ancor più incomprensibile la scelta della Giunta – scandiscono gli esponenti del Carroccio – è la proposta di sacrificare un’ampia area verde di rispetto delle Mura, per costruire un altro supermercato nella zona est della città dove sorgono già tre centri commerciali, suscettibili di pesanti conseguenze occupazionali". Continuità "Chi ha avuto da tempo la “felice” intuizione di avviare una politica di trasformazione di Ferrara da città d’arte e di cultura a città di supermercati – proseguono – è stata l’ultima Giunta di sinistra, quando a San Giorgio, al posto di un aree destinata a residenza, ad attrezzature e spazi collettivi e ad aree di mitigazione ambientale, ha autorizzato la costruzione di un supermercato che ha complicato non solo la viabilità in uno dei principali accessi alla città, ma ha pure strangolato i negozi di vicinato". Insomma "sulla strada aperta dal governo di sinistra, che ha fatto di Ferrara la città a maggior presenza commerciale in Regione – dicono – l’attuale Giunta, anziché prendere le distanze da quella spregiudicata politica, ne assicura la continuità proponendo un altro centro commerciale in una zona finora sufficientemente risparmiata dalla speculazione edilizia".

"A rendere ancor più grave il vulnus urbanistico nei confronti delle Mura, è prevista la realizzazione di un grande parcheggio a ridosso delle stesse, che dovrebbe svolgere la funzione di scambiatore, trascurando il fatto che i parcheggi scambiatori non sono posti dentro alle città ma all’esterno dell’abitato per consentire il deposito dei mezzi privati e l’utilizzo di altri mezzi per raggiungere il centro della città". Alla luce della "mancanza di informazione a cittadini e consiglieri", i membri del Carroccio fomulano un auspicio: "Speriamo che la nostra proposta di impiego dei fondi del Pnrr possa consentire il recupero della Caserma di Cisterna". Anche per scongiurare il rischio che Ferrara, da città d’arte e cultura, diventi "un grande bazar o un banale outlet".