
Le meraviglie dello spazio. Il Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico ha avuto un ruolo nel recente monitoraggio del rientro incontrollato della sonda sovietica Kosmos 482 nell’atmosfera terrestre
Poggio Renatico, 11 giugno 2025 - In occasione del recente monitoraggio del rientro incontrollato della sonda sovietica Kosmos 482 nell’atmosfera terrestre, avvenuto a maggio 2025, abbiamo chiesto al tenente colonnello Claudio Gizzi — del Centro Space Situational Awareness del Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico — di raccontarci di più su questo rientro ma anche il ruolo del centro all'interno della rete europea, fondamentale per la sicurezza spaziale.
Ci può spiegare qual è il ruolo del Centro Space Situational Awareness di Poggio Renatico all'interno della Partnership Europea EU-SST e in cosa consistono esattamente i servizi di "Re-Entry" e "Fragmentation" di cui il centro è responsabile?
"Per EU-SST, il Centro Operazioni nazionale per l’Italia si identifica con il C-SSA (Centro Space Situational Awareness del COA) ed esso è responsabile della Sorveglianza e del Tracciamento degli oggetti spaziali artificiali per l’Europa. Al pari degli altri 15 Centri nazionali EU-SST, contribuiamo così alla sicurezza dello spazio attraverso un continuo monitoraggio degli oggetti artificiali (Resident Space Object) orbitanti intorno alla Terra, anche grazie all’integrazione di una rete di sensori (Radar, telescopi e laser). In particolare tra 3 servizi principali erogati dall’EU-SST, il Centro SSA è responsabile dei Servizi di Rientro (Re-Entry) e di Frammentazione (Fragmentation), mentre il servizio di Collision Avoidance (CA), per tutti i sistemi satellitari iscritti ad EU-SST, è fornito in condivisione dai Centri francese e spagnolo. Il Centro SSA fornisce il Servizio di CA per i soli assetti spaziali nazionali militari e duali”.
In cosa consistono i servizi di Re-Entry e Fragmentation di cui è responsabile il Centro SSA?
“Il Servizio di Re-Entry Analysis (RE) consiste nella valutazione del rischio sul rientro incontrollato di oggetti spaziali nell’atmosfera terrestre. Esso si attiva con l’individuazione degli oggetti il cui rientro è previsto entro 30 giorni. Questi vengono frequentemente monitorati. Nelle fasi finali, circa 4-5 giorni precedenti il previsto rientro, viene intensificato il monitoraggio anche attraverso una campagna di misure con i sensori europei per un continuo affinamento della previsione e della finestra temporale di incertezza entro cui è atteso il rientro. Per ognuna di queste fasi vengono emessi i relativi Report di Re-Entry fino all’ultimo che dichiara decaduto l’oggetto, dal momento che non se ne vedono più tracce in orbita oppure da testimonianze visive dell’evento. Questi Report indicano inoltre identificano i sorvoli delle aree/nazioni con i relativi tempi di ingresso e uscita da queste aree. Il Servizio di Fragmentation Analysis (FG) consiste nell’individuare gli eventi di frammentazione in orbita per effetto di esplosioni, rotture, collisioni o eventi anti satellite. Successivamente alla notizia dell’evento, si cerca di accertare la causa che ha innescato la frammentazione. A seguire, si avvia il processo di ricerca, identificazione, caratterizzazione e catalogazione dei relativi detriti, per i quali si procede alla determinazione orbitale dei frammenti per individuare le caratteristiche orbitali e la loro evoluzione nel tempo. Grazie a questo processo, i gestori dei satelliti in orbita riescono a valutare se il loro assetto possa essere potenzialmente impattato dai nuovi detriti generati dalla frammentazione”.
Come è stato monitorato il rientro della sonda Kosmos 482? Quando è stato possibile prevedere con precisione l’area e l’orario di rientro?
“Il monitoraggio della Sonda Kosmos 482 è iniziato circa 30 giorni prima del previsto rientro stimato tra l’8 ed il 13 maggio 2025. La campagna di tracciamento avviata con i radar di EU-SST, a cui ha contribuito il radar dell’Aeronautica Militare MFDR (Multi Frequency Doppler Radar) che ha permesso di migliorare la determinazione orbitale e propagare l’orbita ottenuta fino a definire un’epoca di rientro con associata una incertezza temporale entro cui l’oggetto è atteso decadere con una confidenza del 91%. Nei 4-5 giorni antecedenti il rientro, le nuove misure e le successive stime hanno permesso di migliorare sensibilmente la precisione sul rientro; la complessità della dinamica e l’incertezza sulla stima dei parametri fisici in gioco non permettono comunque di identificare un punto esatto di impatto al suolo. Per questo si indica l’intervallo di tempo in cui l’oggetto impatterà l’atmosfera ad un’altitudine di circa 80 km dal suolo, per poi cadere secondo dinamiche che cambiano da oggetto ad oggetto. La migliore stima emessa dal Centro SSA indicava come epoca di rientro il 10 maggio alle ore 06:04 UTC con una incertezza di ±120 minuti”.
Quali sono le difficoltà principali nel tracciare il rientro incontrollato di un oggetto spaziale lanciato più di cinquant'anni fa?
“La data di lancio (in questo caso marzo 1972), non influisce sulle capacità di tracciare e individuare l’orbita. Oggetti come il Kosmos sono molto comuni nello spazio e per la stragrande maggioranza di essi è previsto il rientro sulla Terra con tempi più o meno lunghi. Quasi tutti gli oggetti spaziali, compresi i detriti sopra i 10 cm di dimensioni, sono adeguatamente segnalati ed inseriti in un catalogo (lo statunitense Space-track) che ne tiene traccia e che ne registra le caratteristiche fisiche e l’ultima orbita nota”.