
Il prefetto Massimo Marchesiello stringe la mano al sindaco Dario Bernardi nel giorno della presentazione del progetto Agribus contro il caporalato
E’ un progetto interregionale. Coinvolge Piemonte (capofila), Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Nella nostra provincia è attivo con due sportelli, uno a Ferrara, l’altro a Portomaggiore. Obiettivo, la lotta al caporalato, al lavoro nero. Raccoglie le segnalazioni di sfruttamento, le prime denunce, dispone di appartamenti ‘protetti’, svolge anche pratiche e segue gli immigrati ad emergere dal sommerso per avere assistenza sanitaria. Si forniscono alle persone vittime o potenziale vittime di sfruttamento lavorativo anche indicazioni sul permesso di soggiorno.
Si chiama Common Ground, il comune di Ferrara con l’assessore Angela Travagli ha aderito al piano per la legalità, il progetto è stato dato in gestione a Cidas e Centro donne e giustizia. Ed è stato proprio il Comune di Ferrara, dopo uno studio della mappa del caporalato e del lavoro sommerso in provincia, a puntare su Portomaggiore per l’apertura dello sportello. Giulia Bertarelli, di Cidas, coordina il progetto. Ha l’entusiasmo di chi, al suo fianco una bella squadra, è consapevole di dare un contributo nella lotta alla criminalità. Il progetto si avvale di un consulente legale, accoglie le persone vittime dello sfruttamento, raccoglie le loro segnalazioni che poi vengono girate, se sono evidenti profili di reato, alle forze dell’ordine. Nell’equipe c’è anche un esperto antitratta, che esamina le situazioni di pericolo, parla con persone che hanno ricevuto minacce.
"Lo sportello a Portomaggiore è stato aperto a dicembre del 2024, si trova all’interno del comune dove del resto è stato attivato anche un ufficio per far incontrare domanda e offerta. I nostri esperti in questo ufficio per il lavoro svolgono attività di traduzione, fanno da interpreti. Nello sportello antitratta fino a questo momento sono state raccolte 60 segnalazioni, alcune riguardano casi di sfruttamento. Alcuni sos si trasformano in denunce. Altre possono riguardare anche solo una consulenza sulla busta paga, richieste di informazioni su prestazioni sanitarie, per gli alloggi. E’ chiaro che in situazioni molto delicate ci sono anche alcuni alloggi per mettere in situazioni protette chi è vittima della tratta". Una buona notizia, arriva dall’assessore Angela Travagli. Premette: "Il nostro assessorato certo si occupa delle politiche per gli inserimenti, per favorire l’occupazione. Ma anche del contrasto all’illegalità nel variegato mondo del lavoro, per impedire lo sfruttamento, far emergere il sommerso. Proprio per questo abbiamo scelto Portomaggiore per aprire quel punto di riferimento per i braccianti, ci sono oltre 2500 pakistani". Finiti nella rete del caporalato, tra posti letto a 400 euro al mese, ‘passaggi’ in auto a 200 euro al mese, permessi di soggiorno pagati a peso d’oro. Il trasporto, capitolo decisivo contro il quale si è mossa la prefettura. E l’agribus ha acceso i motori. "Il progetto a Portomaggiore doveva chiudersi a giugno di quest’anno. Abbiamo deciso di prorogarlo fino a settembre, è uno strumento fondamentale nel contrasto all’illegalità, una porta per far uscire tanti giovani da situazioni di sfruttamento".