Ferrara, 20 settembre 2024 – Ventitré anni di reclusione: è questa la richiesta di condanna avanzata dai pubblici ministeri della Procura di Castrovillari, davanti alla Corte di Assise di Cosenza, nei confronti di Isabella Internò, la ex fidanzata di Donato ‘Denis’ Bergamini, il calciatore di Argenta ucciso il 18 novembre del 1989 a Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, quando aveva da poco compiuto 27 anni.
La requisitoria è terminata oggi con le richieste della procura di condanna di Internò, perché riconosciute le attenuanti generiche per i 35 anni trascorsi e perché lei oggi è un'altra persona. Internò nel 2021 è finita a processo per omicidio premeditato in concorso con ignoti.
Nella prima parte della requisitoria, ieri, il pm Primicerio ha sottolineato come dopo la seconda riesumazione del cadavere del calciatore, nel 2017, sia stato possibile grazie all’elevato grado di conservazione stabilire, con l’esame della glicoforina, che le ferite da schiacciamento sul corpo di Bergamini erano avvenuta post mortem.
"La Internò dice il falso – ha sottolineato ieri il pubblico ministero – così come il camionista che ha fornito versioni diverse nel corso del tempo. Bergamini era già morto quando è stato investito dal camion”.
Nessun ‘tuffo come in piscina’ quindi, la versione raccontata dall’imputata nel corso degli anni. Mentre sul movente il pm Primicerio non ha dubbi: "Si è trattato di un delitto passionale”.
In aula ad assistere composta e concentrata anche davanti alle immagini del corpo del fratello dopo la seconda riesumazione, la sorella di Bergamini, Donata che da 35 anni lotta per avere Giustizia, insieme ai suoi legali, gli avvocati Fabio Anselmo e Alessandra Pisa. Assente l’imputata, presente il marito Luciano Conte.