Ferrara, 10 settembre 2023 – Conclusa l’autopsia sul corpo di Davide Buzzi, il tatuatore di 43 anni ucciso dentro il Big Town, venerdì della scorsa settimana, ieri dalla procura di Ferrara è stato rilasciato il nullaosta alla sepoltura. Cioè la salma non è più sotto sequestro giudiziario: la famiglia può organizzare il funerale. Le esequie, comunque, sembra non verranno fissate prima di mercoledì prossimo. Nel frattempo le indagini per ricostruire la mattanza nella chupiteria di via Bologna proseguono. In questi giorni soprattutto gli approfondimenti medico legali, considerando che dalle prime risultanze dell’autopsia, il medico legale incaricato dal pm Barbara Cavallo, non ha potuto stabile quale siano state le ferite mortali. Un dettaglio che in questo particolare omicidio fa la differenza. A colpire Buzzi, infatti, sono stati sia Mauro Di Gaetano, che il padre Giuseppe, con vari oggetti – bottiglie, chiave inglese, lucchetto della serranda del negozio – ma con quale sequenza? Chi ha sferrato il colpo mortale?
Dubbio
Il medico legale Silvia Boni, prima di sciogliere la riserva su questo quesito ha chiesto più tempo al magistrato, un mese circa, per avere le risposte delle indagini istologiche sui frammenti che sono stati analizzati. Allora, probabilmente, sarà possibile quale è stato il colpo o i colpi che hanno fatto smettere di battere il cuore del Buzzi. E’ probabilmente l’ultimo dettaglio ancora da definire per ricostruire quanto accaduto quella maledetta sera. Per il resto, la dinamica, le sequenze della rissa finita in tragedia sono abbastanza delineate: c’è un video lungo diversi minuti, ripreso dalla telecamera interna al locale, che ha cristallizzato la scenda del delitto. L’ingresso nel locale di Buzzi e di Lorenzo Piccinini, il 21enne ancora ricoverato in ospedale a Cona, che è rimasto ferito gravemente all’addome, ma le sue condizioni stanno migliorando. Quella tanica rossa di benzina posata sul bancone e poi l’inizio dell’inferno. Le minacce che diventano una rissa tra i Di Gaetano e Buzzi e Piccinini, che prima delle 23.30 di venerdì primo settembre si era di fatto già trasformata in un orrendo delitto. Buzzi non è morto al Big Town, ma poco dopo in ospedale. Dal locale, però, è uscito già in fin di vita, con la testa fracassata.
Le inchieste
Oltre alle indagini sul reato più grave, l’efferato omicidio, la procura sta portando avanti altri tre fascicoli collegati, che in qualche modo sono stati la causa scatenante di tutto. Il primo sulla morte di Edoardo Bovini, il figliastro 19enne di Buzzi, morto il 13 agosto scorso pochi metri fuori dal Big Town. Un malore causato da che cosa? Altri accertamenti sono in corso sull’aggressione davanti al bar Condor, pochi giorni dopo, il 17 agosto: quando Buzzi avrebbe aggredito uno straniero in via San Romano, perché ritenuto la persona che aveva a che fare con la morte di Bovini, forse per avergli ceduto una dosa di droga. E infine gli approfondimenti sulla tentata estorsione di Buzzi nei confronti dei Di Gaetano, ritenuti da lui responsabili di non aver allertato i soccorsi per il figliastro. A loro Buzzi aveva chiesto, pare, 3mila euro e di chiudere il locale entro il 25 settembre.