Omicidio di Bondeno, la verità nell'autopsia

Sarà l’esame autoptico, fissato per il primo marzo, a stabilire quando l’operaia 51enne è stata assassinata. Domani il compagno davanti al giudice

I carabinieri e il pm Stefano Longhi sul luogo del delitto (Foto Businesspress)

I carabinieri e il pm Stefano Longhi sul luogo del delitto (Foto Businesspress)

Ferrara, 25 febbraio 2021 - Una sera e una notte da ricostruire, minuto per minuto. La chiave del delitto di Rossella Placati – l’operaia 51enne trovata lunedì con la testa fracassata nel bagno della sua abitazione di Borgo San Giovanni, alle porte di Bondeno – si troverebbe nell’intervallo di tempo che va più o meno dalle 19 di domenica alle 8.45 del giorno dopo. Ne sono convinti gli inquirenti che, dal momento del ritrovamento del corpo, stanno riavvolgendo continuamente il nastro di quel film dell’orrore, cercando riscontri su quanto accaduto tra le mura dell’abitazione.

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E, soprattutto, stanno tentando di fare luce sui tanti punti oscuri del racconto del compagno della donna, l’artigiano edile 45enne Doriano Saveri. Una testimonianza che chi indaga ha definito "contraddittoria e lacunosa". L’uomo si trova in carcere dall’alba di martedì, quando il sostituto procuratore Stefano Longhi ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto. Il muratore, difeso dall’avvocato Sergio Pellizzola, ha continuato a respingere ogni accusa. "Non l’ho uccisa io" ha ribadito per ore e ore. Ma carabinieri e magistrato non gli hanno creduto. Troppi aspetti, a loro avviso, non collimavano con gli elementi raccolti sul luogo del delitto e dall’ascolto di numerosi testimoni. Ora, però, per gli investigatori si tratta di trasformare i sospetti in qualcosa di più concreto, soprattutto in vista dell’udienza di convalida del fermo, attesa verosimilmente per domani mattina.

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L’ora del decesso. Il primo rebus da risolvere è il momento esatto della morte di Rossella. Il corpo, si diceva, è stato trovato alle 8.45 di lunedì, quando il compagno si è presentato in caserma a Bondeno. Ma, secondo i primi accertamenti medico legali, il decesso sarebbe da far risalire a qualche tempo prima dell’allarme. Quanto? Su questo aspetto la forbice è ampia. Qualche ora prima o, addirittura, la sera precedente. Per avere qualche certezza in più servono però esami più approfonditi. A rispondere a questo quesito sarà dunque l’autopsia, disposta ieri dal pubblico ministero Longhi. Il conferimento dell’incarico è fissato per lunedì primo marzo. Quel giorno dovrebbero subito iniziare gli accertamenti medico legali.

‘Buchi’. Da chiarire, inoltre, cosa sia successo nei due momenti in cui Saveri avrebbe lasciato l’abitazione nella quale conviveva con Rossella. Il primo risale alla sera di domenica, quando il 45enne sarebbe uscito dopo un bisticcio con la compagna, rientrando poco più tardi. Avrebbe poi trascorso la notte a casa, rimanendo però in un’altra stanza rispetto alla donna. La mattina successiva, come testimoniato anche da una vicina, sarebbe uscito intorno alle 7 per poi tornare alle 8.45, quando ha trovato la compagna a terra esanime. Dove è andato quando è uscito e chi ha incontrato? E ancora. Durante la sua assenza qualcuno potrebbe essere entrato in casa e avere aggredito Rossella? Poco probabile secondo gli inquirenti, che non hanno riscontrato segni di effrazione e stanno via via vagliando (e scartando) tutte le ipotesi investigative alternative al coinvolgimento del compagno.

Arma e movente. L’arma del delitto non è ancora stata ritrovata ma i sospetti si focalizzano su un arnese da lavoro, magari un martello o una mazzetta. Ma siamo ancora nel campo delle ipotesi. Per quanto riguarda la molla che ha fatto scattare la violenza, gli inquirenti sono sempre più convinti che sia da ricercare in quel rapporto ormai al capolinea e punteggiato da litigi frequenti. È possibile quindi che Saveri – qualora fosse dimostrata la sua responsabilità nel delitto – abbia colpito la compagna perché incapace di accettare la fine della loro relazione.