Omicidio Branchi, nuovi elementi: "La pista gay è giusta"

Pagine di riviste omosessuali recapitate alla sede della Securiteam

Davide Tuzzi di Securiteam e l’avvocato Simone Bianchi mostrano la pistola con cui potrebbe essere stato ucciso Willy

Davide Tuzzi di Securiteam e l’avvocato Simone Bianchi mostrano la pistola con cui potrebbe essere stato ucciso Willy

Ferrara, 23 ottobre 2014 - Nuovi inquietanti elementi vanno ad arricchire il materiale raccolto dagli investigatori della Securiteam che, insieme alla famiglia di Willy Branchi e al suo legale, Simone Bianchi, sono al lavoro per far riaprire il caso del 18enne di Goro assassinato barbaramente nel settembre dell’‘88. La pista seguita è quella del mondo omosessuale.

 

Un altro segnale. Inquietante. Due fogli, lasciati ieri di primo mattino sotto la porta della Securiteam, strappati da una rivista omosessuale. Carta ingiallita, datata. «L’omosessuale — recita una didascalia — è Dio». Un nuovo elemento che avvalora la pista seguita dai difensori della famiglia Branchi per fare luce sulla morte di Willy e tentare di fare riaprire l’inchiesta.

«Erano le 8.30 — spiega Davide Tuzzi —, stavo aprendo la porta e a terra ho trovato due fogli con all’interno un mio vecchio biglietto da visita. Fogli di una rivista o di un libro, chiaramente di stampo omosessuale. Dopo gli ultimi sviluppi investigativi, questo per noi è l’ennesimo segno che ci arriva nel giro di una sola settimana. Qualcuno che ci vuole comunicare qualcosa di molto importante». Una pagina con foto di una vecchia manifestazione americana, dall’altro lato le copertine di alcuni giornali anglosassoni che si battono, è scritto, «per la liberazione degli omosessuali». La seconda pagina è interamente scritta. «Ecco i documenti — si legge —. Sono lettere che ci hanno scritto giovani e meno giovani, di classi elevate, oppure impiegati, operai, studenti sconosciuti. In tutte c’è una nota di disperazione per la solitudine cui sono condannati».

Più sotto si parla di «frattura di classe tra gli omosessuali», molto più «pronunciata nelle metropoli» piuttosto che nella provincia dove «sentono una certa solidarietà». A Goro e zone limitrofe esisteva un sottobosco dove venivano organizzate orge, festini e segretissimi incontri anche di carattere omosessuale dove Willy ne sarebbe stato inghiottito contro la sua volontà? Lo stesso chiamante anonimo al Carlino di venerdì sera invitava a seguire proprio questa pista.

«Fonti confidenziali ci stanno facendo nomi e cognomi ben precisi — spiega l’avvocato Simone Bianchi — che andremo a sentire molto presto». Intanto Goro si mobilita. Nei prossimi giorni la famiglia distribuirà nei bar e nei negozi, dove chi vorrà potrà appenderli, volantini con la foto di Willy e si chiederà aiuto alla cittadinanza. In cantiere c’è anche una grande manifestazione. «Mercoledi saremo a Goro — chiudono i difensori — per ripercorrere le ultime ore di Willy. Partiremo proprio dalla pizzeria Biolcati dove era stato visto uscire il ragazzo. Chi sa e vuole parlare è arrivato il momento di farlo».