CRISTINA RUFINI
Cronaca

Omicidio Buzzi, nuovo video del padre: "Mio figlio colpito a terra, ma non facciamo casino"

Natalino Buzzi sui social racconta la morte di Davide e il ferimento di Piccinini: "Non potevano rompergli una gamba? Si sono accaniti da veri criminali". Poi l’appello: "Uno a zero per i Di Gaetano, ma non cerchiamo vendetta"

Ferrara, 8 settembre 2023 – “Una barbarie... l’hanno massacrato, si sono comportati da veri criminali". Sono alcuni tra i passaggi più forti del video che Natalino Buzzi, padre di Davide, ucciso la sera del primo settembre scorso dentro il Big Town, in via Bologna, ha postato ieri mattina sul proprio profilo Facebook. Il secondo dalla morte di suo figlio. Una testimonianza a tratti dura, come del resto lo è stato l’omicidio di suo figlio, ma con frasi più pacate del precedente, al termine del quale invita gli amici di suo figlio a non "fare casino". "Non diamoci la zappa sui piedi, io voglio giustizia, non vendetta", è uno dei passaggi conclusivi dei circa dieci minuti di racconto di Buzzi padre. Racconto che è iniziato con la lettura di stralci di un documento di indagine, che racconta in sintesi come è stato ucciso suo figlio. E cioè che Davide Buzzi, 43 anni, è stato colpito ripetutamente quando era già a terra, inerme, probabilmente con il lucchetto di chiusura della serranda del bar "che pesa un chilo", ha sottolineato Buzzi padre nel suo racconto. "È stato colpito anche nel momento in cui barcollava – prosegue – e si trovava a terra sanguinante, decesso avvenuto per lo sfondamento del cranio...avete continuato a colpirlo ancora. Ma dico, non vi bastava rompergli una gamba, un braccio?... avete ferito Lorenzo al volto, bastava poco più sotto e sarebbe stato lui il primo a morire. Non ho parole, non riesco neanche più a descrivere questa barbarie". Il padre della vittima, poi, lancia un appello agli amici di suo figlio.

Nel riquadro Davide Buzzi, 43 anni, ucciso all’interno del Big Town il primo settembre scorso
Nel riquadro Davide Buzzi, 43 anni, ucciso all’interno del Big Town il primo settembre scorso

Vi ringrazio tutti per i messaggi di questi giorni – prosegue Buzzi – voglio che siate presenti al funerale e poi al processo. Uno a zero per i Di Gaetano, ma non andate a fare a casino, non tiriamoci la zappa sui piedi. Non fate nulla di sbagliato, siamo noi la parte lesa, andiamo avanti così". Poi si rivolge al 21enne che era con suo figlio quella sera, ancora ricoverato in ospedale: "Speriamo che Lorenzo se la cavi bene, che possa guarire in fretta ed essere presente al funerale". Funerale che non potrà essere fissato se non dopo la restituzione della salma del tatuatore alla famiglia. "E mi chiedo se – conclude Buzzi – il black out nel video che ha ripreso tutto, sia servito ai titolari per nascondere lucchetto e pezzi di bottiglia insanguinati dentro i bidoni della spazzatura dove sono poi stati trovati dai carabinieri".

La ricostruzione. È un venerdì sera come tanti: l’inizio di settembre quando alle 22 circa la vittima, Davide Buzzi, passa davanti a quel locale che era diventato la sua ossessione, quello davanti al quale, poco più di quindici giorni prima, era morto il suo figliastro, Edoardo Bovini. Morte su cui è aperta un’inchiesta dalla procura. Da allora il chiodo fisso di Buzzi, probabilmente, era farsi giustizia da solo, facendo chiudere il Big Town. Lo aveva detto ai titolari, almeno secondo quanto Mauro Di Gaetano, 41 anni, titolare del locale, aveva vergato in un esposto presentato alla polizia, una settimana prima, sabato 26 agosto: "Ci ha chiesto tremila euro e la chiusura del bar entro il 25 settembre, altrimenti lo avrebbe incendiato". Questa la sostanza dell’esposto. Ma allora perché agire il primo settembre, ben prima della data dell’ultimatum? Fatto sta che alle 22 di venerdì primo settembre Buzzi passa una prima volta in moto davanti al Big Town, un segnale? Il titolare in quel momento è con il padre Giuseppe, 69 anni e alcuni clienti. Avverte la polizia come gli era stato indicato. La zona, però, è di competenza dei carabinieri quella sera, passa una gazzella: tutto normale, in apparenza. I militari dell’Arma, però, erano a conoscenza del pregresso tra Buzzi e il titolare del locale? Poco dopo le 23, la cupiteria diventa l’inferno in terra: Buzzi torna con Lorenzo Piccinini, cugino di Edoardo, con sè hanno una tanica di benzina. Il bar si trasforma in teatro di una rissa che sfocia in un delitto atroce: un morto e un ferito gravi. E padre e figlio arrestati per omicidio e tentato omicidio.