Ferrara, trent’anni alle belve di Cloe Govoni

Pena confermata in Appello per i romeni. "Le accuse e la sentenza hanno retto"

Il processo

Il processo

Ferrara, 25 gennaio 2018 - Trent'anni. Come in primo grado. «L’intero impianto accusatorio ha retto – dice soddisfatto l’avvocato Salvatore Mirabile, parte civile per Andrea Ardizzoni e Maria Humeniuc –, ha retto soprattutto la sentenza. E ora andremo in Cassazione più forti». Loro, gli imputati, Constantin Florin Grumeza (24 anni) e Leonard Veissel (28), erano chiusi nelle ‘gabbie’ dell’aula Bachelet della Corte d’Appello, alla lettura della sentenza. In silenzio, con la stessa freddezza con cui hanno agito quella mattina di novembre a Renazzo, quando ammazzarono a calci e pugni Cloe Govoni, 84 anni, per poi ridurre in fin di vita la nuora, Maria Humeniuc, 53. «Maria – riprende Mirabile – per la prima volta è venuta in udienza. Prima di oggi (ieri per chi legge), non aveva mai trovato il coraggio di guardare negli occhi i suoi aggressori. E adesso spera che questa situazione possa finire il prima possibile e chi ha commesso quelle brutalità possa scontare fino all’ultimo dei suoi giorni la pena».  A dare avvio all’udienza, ci ha pensato il procuratore generale Nicola Proto che, al termine di una requisitoria durissima, ha chiesto la conferma dei 30 anni (in abbreviato) decisi dal gup Piera Tassoni. Poi, dopo le parti civili, è stato il turno delle difese (gli avvocati Marcello Rambaldi, Fabio Chiarini e Milena Catozzi) prima delle quasi due ore di camera di consiglio che hanno confermato il primo grado. Proprio Chiarini ha cercato di dimostrare che il suo assistito, Veissel, non entrò in casa ma accompagnò solamente Grumeza per la rapina. Tesi rigettata.  L’ORRORE è datato 6 novembre 2015 quando le belve fanno irruzione a casa Govoni dove trovano l’anziana Cloe e la nuora. «Mi hanno picchiata – disse dall’ospedale quest’ultima ancora gravemente ferita –, non mi sono neanche resa conto di quanti erano... So solo che poi c’è stato solo buio. Io e mia suocera ci siamo trovate dentro casa queste persone, eravamo sole e ci hanno aggredito». Scrive il gup nelle 36 pagine di motivazione: «Nel momento in cui videro le donne, le abbatterono a pugni, scaricando sui loro volti e sulle loro teste gragnuole» di colpi «inferti con brutale violenza». Cloe Govoni rimase in coma poche ore per poi spirare, la nuora, seppur ridotta in fin di vita, riuscì a scamparla. Il tutto per 90 euro, qualche gioiello e poco più. Tra le parti civili anche il Comune di Cento a cui andranno 15mila euro.