Omicidio Fontana, Villani chiede di vedere un prete

Il killer è in una cella del carcere di Bologna: «Voglio fare chiarezza dal punto di vista interiore»

I carabinieri all’hotel dell’omicidio

I carabinieri all’hotel dell’omicidio

Ferrara, 18 agosto 2016 - Una cella di tre metri per quattro, da dividere con tre uomini. Ma non nel braccio in cui stanno gli altri accusati di omicidio. Claudio Villani è detenuto in infermeria, per motivi di sicurezza. Visto che alla Dozza non c’è un reparto specifico per gli autori di reati gravi a sfondo sessuale, infatti, il 56enne ferrarese arrestato per l’omicidio della escort Barbara Fontana, 47 anni, è stato isolato per il concreto pericolo che qualcuno gli faccia del male.

Perciò la sua cella è in infermeria e deve dividerla con tre stranieri, accusati di reati analoghi, di cui uno attualmente assente perché ricoverato in ospedale. Ieri l’ha incontrato il consigliere regionale di Forza Italia Galeazzo Bignami, impegnato in un giro in carcere per verificare le condizioni di lavoro degli agenti della polizia penitenziaria. Bignami ha così potuto scambiare alcune battute con Villani.

«Sono confuso – le prime parole del 56enne, capelli rasati, maglietta bianca e pantaloni color sabbia –, sto cercando di fare chiarezza dal punto di vista interiore. Quando mi hanno preso sapevo perché mi cercavano, ma sui fatti specifici ho nella mente molti vuoti. Devo ricostruire tutto». Villani, dunque, sostiene di non ricordare cos’è successo nella stanza dell’hotel Melograno di San Pietro in Casale, dove Barbara il 4 agosto è stata seviziata e uccisa con 40 colpi di coltello e punteruolo.

Dice di essere confuso, Villani, eppure dopo aver incontrato la donna è fuggito rubandole l’auto (e lasciando la sua nel parcheggio dell’albergo), ha gettato in un fiume le armi del delitto, poi è tornato per ben due volte nell’hotel, quando ancora il delitto non era stato scoperto, forse per coprire le tracce e magari far sparire il corpo. Insomma, non certo il comportamento di un uomo confuso o poco lucido. La difesa ha detto che probabilmente chiederà una perizia psichiatrica, che sarebbe l’unica via per evitare una sicura (e lunga) condanna.

Villani da quando è detenuto non ha chiesto di parlare né con parenti né con amici. Ha chiesto di parlare con una sola persona. «Voglio vedere un prete – spiega a Bignami –, solo con lui voglio parlare. Anche quando ero in carcere a Forlì (è stato infatti arrestato a Forlimpopoli il 6 agosto; ndr) ho incontrato il prete. E’ stato lui a regalarmi questa radiolina. Purtroppo non ho più le pile e vorrei sapere se per riaverne altre devo fare richiesta». Il 56enne vorrebbe, oltre alle pile «per ascoltare la radio quando alla tv i miei compagni di cella guardano programmi che non mi piacciono», un accendino e qualche sigaretta. Un uomo mite, all’apparenza, accusato però anche di aver narcotizzato e rapinato altre prostitute in passato. Senza contare l’omicidio commesso a 17 anni, quando uccise una cameriera che l’aveva respinto. «Un tempo lavoravo come fattorino – conclude –, poi il lavoro è calato e mi hanno licenziato. Ho lavorato per un po’ in fonderia, poi sono rimasto disoccupato. Ora sono finito qui, ma ho molta confusione dentro di me».