
Alessandro Coatti aveva 38 anni ed era un biologo ricercatore a Londra
E’ il 6 aprile del 2025. Viene trovato un corpo fatto a pezzi, alcuni poveri resti in una valigia. L’orrore da Santa Marta, città sul mar dei Caraibi in Colombia, attraversa l’oceano, arriva in Italia. È il corpo di Alessandro Coatti, 38 anni, biologo ricercatore alla Royal Society of Biology di Londra dove viveva da 8 anni. La sua famiglia – il papà Gabriele Coatti, mamma Sandra Lovato – abita a Longastrino, 1.930 abitanti che si dividono i comuni di Argenta e Alfonsine, la provincia di Ferrara e quella di Ravenna.
Sei aprile, ieri. Il cerchio si stringe. Vengono arrestate quattro persone. L’annuncio della Procura della Repubblica di Roma. Uno stretto lavoro di coordinamento tra Roma e Bogotà, la collaborazione degli inquirenti di due nazioni, telefonini al setaccio, testimoni ascoltati per ore, raccontano. Il filo che porta alla banda è una donna, aveva il cellulare di Coatti pochi giorni dopo l’omicidio. Giovanni Coatti è lo zio di Alessandro. Descrive il nipote come un ragazzo d’oro. Risponde al telefono. "Giustizia? Sì, li hanno presi ma la giustizia è una magra consolazione. Mio nipote è morto, è finita, non ritornerà più da noi, alla sua famiglia". Esita. "Il movente? Non c’è movente per ammazzare un ragazzo, per ammazzarlo in questo modo".
Dolore che si aggiunge a dolore. "Non so ancora quando le spoglie di Alessandro torneranno in Italia, il suo corpo straziato. Sono trascorsi mesi". Sul caso le ombre di un mistero. Ma pare sia entrata in azione una banda specializzata in rapine ed estorsioni, che avrebbe adescato Coatti su un sito di incontri. Aveva concordato un appuntamento attraverso l’app Grindr, di uso nella comunità Lgbtq, ma spesso utilizzata come esca anche da bande alla ricerca di vittime. L’ipotesi è che la situazione sia poi sfuggita di mano ai rapitori, forse Alessandro ha visto il volto di uno di loro. È morto per una serie di colpi inferti con oggetti contundenti, solo in un secondo momento il corpo è stato smembrato. Potrebbe essere stato drogato e stordito.
È successo ancora, vittime turisti stranieri. Si ritiene che sia stato smembrato per depistare le indagini. I criminali hanno voluto imitare – facendolo a pezzi – lo stile dei regolamenti di conti tra bande mafiose. L’omicidio in una casa abbandonata nel quartiere San José del Pando, dove sono state trovate tracce di sangue. "Lui voleva andare là e, un domani, andare ad abitarci. Voleva conoscere quella cultura", le parole di Daniela Coatti, la cugina.
C’è, nel silenzio delle strade a San Biagio d’Argenta, la voce di Augusto Fuschini, 65 anni. È stato il professore all’esame di maturità di Alessandro, al liceo scientifico Montalcini di Argenta. "Spero un giorno di poter portare un fiore sulla sua tomba, che tornino in Italia i resti di quel ragazzo, il mio allievo prediletto. Non c’è più umanità. Perché tanto odio, per rubare un bancomat? L’umanità si è persa". "Ciao mamma. Ho voglia di tornare. Ti voglio bene. Tanto tanto", aveva scritto Alessandro dalla Colombia. Poche ore dopo, l’orrore.