Omicidio Minguzzi, spunta il Dna di una terza persona

L’indiscrezione dopo le analisi. E i legali chiedono una nuova proroga

I legali della vittima assieme alla sorella di Pier Paolo Minguzzi e all’investigatore Davide Tuzzi

I legali della vittima assieme alla sorella di Pier Paolo Minguzzi e all’investigatore Davide Tuzzi

Ferrara, 24 novembre 2018 – Gli esperti lo chiamano ‘effetto cucchiaio’, ovvero il raschiamento delle unghie sulla pelle. E proprio sotto una delle dieci unghie delle mani di Pier Paolo Minguzzi, il carabiniere di Alfonsine in forza alla caserma di Mesola, ucciso nel 1987, potrebbe esserci una risposta importante.

Secondo fonti ben informate, infatti, sotto l’unghia di un dito medio del ventunenne è stata trovata traccia di un Dna che non appartiene al ragazzo. Di una terza persona al momento ignota. Un’indiscrezione emersa nelle ultime ore e che, piano piano, sta prendendo sempre più piede.

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«Al momento – spiegano i legali della famiglia Minguzzi, Luca Canella e Paolo Cristofori – non abbiamo nessun dato ufficiale ma questa è l’indiscrezione che è arrivata anche a noi». Non solo. C’è un altro elemento che avvalora il tutto: «Il nostro consulente – riprendono – ci ha fatto sapere che il collega incaricato dalla Procura di Ravenna (Carlo Previderè, il genetista che si occupò della correlazione tra ‘Ignoto 1’ e Bossetti, ndr) chiederà un’ulteriore proroga per altri accertamenti». E sarebbe la seconda, dopo quella chiesta il 25 settembre. «Ciò – confidano gli avvocati – è molto positivo e ci fa ben sperare. Un altro passo per arrivare alla verità».

Dopo la riapertura dell’indagine, avvenuta la primavera scorsa, vennero indagate tre persone per sequestro di persona, omicidio aggravato e occultamento di cadavere: Orazio Tasca, Angelo Del Dotto, Alfredo Tarroni. Al momento del conferimento dell’incarico per la riesumazione (10 luglio, VIDEO), il legale di uno dei tre affermò che il suo cliente si sarebbe reso disponibile all’eventuale prelievo del Dna, gli altri invece si riservarono. E proprio la prossima mossa degli inquirenti potrebbe essere la convocazione degli indagati per quel tipo di campionamento e, qualora la traccia trovata sotto l’unghia di Minguzzi fosse ben definita, cominciare con le comparazioni.