Omicidio Placati Bondeno, il perito: "Pugno, coltellate e colpi in testa"

Il medico legale nominato dal gip ha illustrato le sue conclusioni in incidente probatorio fissando l’ora del decesso. La difesa: "Depositeremo osservazioni"

Gli avvocati Palma, Longobucco, Caniato e Maggi in aula ieri mattina

Gli avvocati Palma, Longobucco, Caniato e Maggi in aula ieri mattina

Ferrara, 17 giugno 2021 - Rossella Placati è stata uccisa tra l’1.30 e le 5.30 del 22 febbraio. A fissare l’ora del decesso dell’operaia 51enne massacrata nella sua abitazione di Bondeno è il medico legale Rossella Snenghi, perito nominato dal gip Vartan Giacomelli per l’incidente probatorio sull’autopsia sulla vittima. L’udienza per discutere la relazione del perito (che ora assume valenza di prova) si è svolta ieri pomeriggio, alla presenza delle parti. Gli avvocati Pasquale Longobucco e Alessandra Palma, difensori di Doriano Saveri, 45enne compagno di Rossella e presunto omicida, hanno nominato come consulente Mauro Martini. I difensori dei familiari della vittima, avvocati Riccardo Caniato e Filippo Maggi, si sono invece affidati a Lorenzo Marinelli mentre il pm Stefano Longhi ha incaricato Rosa Maria Gaudio.

Migration

I sub cercano l’arma del delitto di Rossella - Delitto Placati, altre analisi in cerca di tracce - 

Il perito del tribunale ha ricostruito la dinamica dell’omicidio e – dettaglio fondamentale e discusso – l’ora del decesso. Per quanto riguarda la prima questione, la perizia ha in buona sostanza confermato quello che già si sapeva. L’aggressione si sarebbe svolta con rapidità. Prima Rossella è stata colpita con un pugno al volto e poi, subito dopo, con quattro colpi di coltello al petto (due dei quali hanno perforato i polmoni). Tutto questo mentre era ancora in piedi. In seguito è stata colpita numerose volte alla testa con l’oggetto contundente (forse una mazzetta da muratore). Le armi del delitto, lo ricordiamo, non sono ancora state trovate. L’altro ieri, i sommozzatori dei carabinieri hanno avviato una serie di ricerche sul fondo del cavo Napoleonico, dove si presume che l’assassino le abbia gettate. Stando a quanto emerso in aula, non ci sarebbe stata un’unica ferita fatale bensì un concorso delle varie lesioni nel causare il decesso, avvenuto per choc neurogeno, emorragico e respiratorio.

Per quanto riguarda l’ora del delitto, Snenghi la fissa tra l’1.30 e le 5.30 del 22 febbraio, quindi più tardi di quanto ipotizzato dal medico intervenuto sul posto, che la collocava tra le 22 di domenica 21 e l’una di lunedì 22. Una ricostruzione che potrebbe indicare con un margine di sicurezza ancora maggiore che il decesso di Rossella sia avvenuto mentre Saveri era in casa. L’uomo aveva infatti detto di essere rientrato intorno alle 22 per poi dormire nell’abitazione, seppure in un’altra stanza. L’orario definito da Snenghi lascia però perplessi i difensori dell’indagato. "Depositeremo le osservazioni del nostro consulente sui criteri utilizzati per arrivare a queste conclusioni e sui risultati raggiunti" hanno commentato a fine udienza. I legali delle persone offese hanno invece dichiarato di aver "preso atto dell’elaborato del consulente, attendendo gli sviluppi dell’indagine con la massima fiducia nel pm e negli organi inquirenti. Stante la sua delicatezza, continueremo a seguire il procedimento con la massima attenzione".