Omicidio di Pontelangorino, il padre del baby killer: "Mio figlio è pentito"

Parla il padre del ragazzo che, assieme a Riccardo Vincelli, uccise a Pontelangorino i coniugi Vincelli lo scorso gennaio: "Manuel? Sta bene e mi ha promesso che si riscatterà"

TRAGEDIA I due ragazzi furono protagonisti di un crimine efferato lo scorso 10 gennaio

TRAGEDIA I due ragazzi furono protagonisti di un crimine efferato lo scorso 10 gennaio

Ferrara, 19 ottobre 2017 – Suo figlio è Manuel Sartori: il 17enne che il 10 gennaio scorso ha ucciso nel sonno – assieme all’amico Riccardo Vincelli –, con undici colpi d’accetta, i coniugi Vincelli a Pontelangorino, nel Ferrarese.

Rudi Sartori, martedì mattina è iniziato il processo a carico di suo figlio. Vi siete parlati, vero?

«Sì, durante le pause. L’ho visto bene. Parla. È in salute. Si sta facendo forza».

E ricorda?

«Si è pentito di quello che ha fatto. E ci siamo fatti una promessa reciproca».

Quale?

«Lui, che non farà più cazzate. Io, che non lo abbandonerò mai. Costi quel che costi».

Il giudice ha disposto la perizia psichiatrica. Suo figlio come sta mentalmente?

«Molto meglio di Riccardo Vincelli. Mio figlio si sta facendo strada, a suo modo, in carcere. Lo vedo bene».

Il bene dentro al carcere, a 17 anni, che bene è?

«Sopravvive. Si fa voler bene dalle guardie e il direttore gli ha suggerito di iscriversi alla scuola alberghiera».

Sopravvive?

«Cresce. È in salute. Addirittura mi racconta che divide i ragazzi che litigano».

Educazione di un leader?

«Non esageriamo. Educazione di un ragazzo che deve farcela per avere una seconda occasione».

Torniamo alla perizia psichiatrica. Da cosa sarebbe affetto suo figlio?

«Non lo so. So che quella notte si è fatto convincere da Vincelli. Mio figlio è un ragazzo che non sa dire di no».

E Vincelli?

«Credo stia male davvero. So che è ingrassato di venti chili a forza di medicine e di cibo. Non sta bene».

Pontelangorino, a quasi un anno dall’anniversario della strage dei coniugi, come ricorda suo figlio?

«A parte un paio di amici storici, mio figlio in paese è come se fosse stato dimenticato. Al massimo si parla del fattaccio. Ma io la sera non esco. Lavoro sodo e sto in casa con mia moglie e mia figlia».

Un padre dove trova la forza per immaginare un futuro per un figlio imputato di duplice omicidio?

«Mi concentro solo su un punto: avrà anche lui la possibilità di rifarsi una vita. Il mio Manuel si riscatterà».

Manuel come ha conosciuto la sua nuova fiamma?

«È una ragazza meravigliosa. Figlia di genitori per bene. Lei è di Goro e si sono conosciuti quando lui faceva uno stage in quel paese».

Ma come hanno fatto a coltivare il loro amore?

«È stata lei a chiederci l’indirizzo di Manuel a una sfilata di Carnevale a Mezzogoro».

E di lì è partito tutto?

«Hanno iniziato a scriversi. Credo che oggi lei trasmetta una grande forza».

Ogni quanto lo vede?

«Circa ogni dieci giorni. Gli portiamo quel che possiamo».

Cosa?

«Un po’ di soldi. Vestiti. Scarpe, anche. Sa come sono i ragazzi lì dentro.... i vestiti se li scambiano, se li rubano».

Sigarette?

«Quelle, come altri prodotti, li possono prendere solo all’interno della struttura».

Parla di Manuel come se fosse in un ambiente sicuro. Protetto. Come se fosse in un collegio. Al riparo da qualcosa.

«Ha commesso un errore ed è giusto che paghi fino in fondo. Ma io sono il suo papà e ho il dovere di essere forte e di aiutarlo a vivere in un posto che non è casa sua. E dove dovrà stare ancora».

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