Omicidio di Pontelangorino, il papà di Sartori: "Un altro Natale senza Manuel"

A due anni dal duplice omicidio, "Il vuoto di un figlio in galera"

I genitori di Manuel Sartori, di Pontelangorino, affranti dopo la messa  in ricordo dei coniugi Vincelli (archivio Bp)

I genitori di Manuel Sartori, di Pontelangorino, affranti dopo la messa in ricordo dei coniugi Vincelli (archivio Bp)

Ferrara, 18 dicembre 2018 - Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni sorridono dalla lapide del cimitero. Il loro figlio, Riccardo Vincelli, guarda la vita dal carcere minorile di Torino dove deve scontare, per l’omicidio dei suoi genitori, 18 anni di carcere confermati in appello. La notte tra il 9 e il 10 gennaio 2017, nella casa di Pontelangorino, con l’accetta in mano, c’era anche  Manuel Sartori: 18 anni di prigione, anche per lui, però al Pratello di Bologna. Per tutti loro sarà il secondo Natale dopo la notte del massacro  (FOTO). Il canale con le tenebre lo tiene aperto Rudi Sartori, il padre di Manuel, che ha capito che raccontare è tenere assieme la memoria con un filo di speranza.

Il lavoro come va?

«Sono autista raccoglitore per Clara. Ho il contratto per un anno e questo aiuta».

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Entra mai nella cameretta dove dormiva suo figlio Manuel?

«È tutto vuoto, come tutti gli altri giorni dell’anno. Per Natale è più, come dire, scavato. Si vede tutto di più. L’anno scorso era stata più dura ma da circa un anno abbiamo qualcuno che ci aiuta».

Chi?

«Un prete carcerario di Roma. Ci sta aiutando a pregare e da alcuni mesi ha stretto un rapporto di amicizia con Manuel. Lo siamo andati a trovare a Roma, lui verrà da noi a fine anno».

Dopo quello che è successo come si ricostruisce una linea di normalità?

«Non la si costruisce più».

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Per Natale cosa regalerà a suo figlio?

«Non cambia molto rispetto agli altri mesi. Cerco di fargli avere quello di cui ha bisogno. Sigarette e vestiti. Sì, scarpe e vestiti, anche se non è più a casa ci tiene comunque ad essere vestito bene. È sempre stato così».

Come vede il futuro di suo figlio da qui ai prossimi 18 anni?

«Ci si concentra sull’adesso. L’adesso è a Bologna...».

(Rudi si blocca. Non riesce a dire carcere. Dice Bologna. Manuel è a Bologna...)

A Bologna?

«Sta facendo l’alberghiero. Mi dicono stia diventando bravo e questo è il regalo di Natale che sta facendo a me. Non so se posso dirla ma c’è un’altra cosa che mi dà fiducia».

(Non sa bene come dirla. Né sa se dirla).

«C’è questa ragazza di Goro. Si chiama Alexia. Sono fidanzati da un anno e lei è davvero forte. Più forte di tutto».

Più forte di un futuro che è imprigionato in una storia di sangue, prima che nelle mani giovani di due ragazzi.

«Si sta dimostrando più forte delle cattiverie della gente. Più forte di chi parla male. Nonostante tutto lei lo va a trovare tutti i sabati. Viene con me o con mia moglie. Un’ora stiamo dentro noi, l’ora dopo lei. Poi si telefonano. Ma può chiamare solo lui».

Rudi, lei è mai andato a trovare i coniugi Vincelli al cimitero?

«No! Non me la sento. Vederli lì... Ho fatto dire delle messe, questo sì. Ma non posso credere siano sepolti al cimitero. Dopo quella notte».