Omicron, evoluzione che fa sperare. Ma restiamo cauti

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Gentile lettore, ha ragione: orientarsi in questo marasma sanitario, sociale, politico e organizzativo non è facile. Però qualche punto fermo si può tentare di fissare. Premesso che sono solo un tampone (meglio se molecolare) può svelare se i sintomi dipendono dal Covid (nelle sue varianti) o da un banale raffreddore di stagione, grazie agli studi preliminari e ai dati provenienti dal mondo, si va rafforzando l’ipotesi che la nuova variante di Sars-CoV-2 possa provocare sintomi più lievi rispetto alle precedenti varianti. Segni che fanno ben sperare, anche se in questi casi è sempre obbligatorio essere cauti e aspettare conferme. Già prima di Natale il direttore regionale dell’Oms Europa aveva affermato che “sulla base dei primi casi di Omicron segnalati, l’89% dei soggetti ha riportato sintomi comuni: tosse, mal di gola, febbre”. A confermare la diversità di sintomatologia della variante Omicron giunge anche una prima mappa elaborata sulla base dei casi tracciati a Londra tra ottobre e dicembre. I sintomi più comuni riportati e archiviati dall’app Zoe Covid sono stati: naso che cola, mal di testa, stanchezza con dolori muscolari, starnuti e mal di gola. Il vaccino? Serve ad evitare l’ospedalizzazione. E comunque il rischio di ricovero in ospedale a causa dei sintomi della variante Omicron è del 40% più basso rispetto a Delta, secondo i dati di una ricerca condotta in Gran Bretagna.