MARIO BOVENZI
Cronaca

Ore 8: la protesta degli ombrelloni. Lidi, serrata a macchia di leopardo: "Così difendiamo le nostre spiagge"

Stabilimenti all’asta, a Porto Garibaldi fronte quasi compatto. A Spina e Estensi poche adesioni. Il titolare di un bagno: "Un segnale al governo, solo uniti possiamo riuscire ad ottenere risultati".

Ore 8: la protesta degli ombrelloni. Lidi, serrata a macchia di leopardo: "Così difendiamo le nostre spiagge"

Stabilimenti all’asta, a Porto Garibaldi fronte quasi compatto. A Spina e Estensi poche adesioni. Il titolare di un bagno: "Un segnale al governo, solo uniti possiamo riuscire ad ottenere risultati".

"Ci stiamo battendo per difendere certo il nostro lavoro, le imprese alle quali abbiamo dedicato la nostra vita ma anche per il turismo. E i villeggianti sembrano aver capito le ragioni della protesta", indica quella distesa di ombrelloni chiusi Giuseppe Carli, presidente della coop stabilimenti balneari di Porto Garibaldi, responsabile del Sib (Sindacato italiano balneari). Con la famiglia alle redini da generazioni dell’Astor.

Sono le nove del mattino, pochi turisti, neanche un filo d’ombra. Qui, a Porto Garibaldi, lo sciopero degli ombrelloni – lo stop dalle 8 alle 9,30 – ha registrato un’adesione pressoché totale. Ma solo a pochi passi dall’Astor – macchia di colore nella mappa grigio sabbia della contestazione – c’è chi con la protesta non è d’accordo. Al Flamingo già alle otto del mattino il bagnino Samuele Cavalieri toglie il cappuccio e apre gli ombrelloni. Se a Porto Garibaldi il fronte è compatto, la serrata – organizzata dalle sigle Sib Confcommercio e da Fiba Confesercenti contro la direttiva Bolkestein – non ha fatto breccia invece nei lidi di Spina e Estensi. Già nella tarda mattinata un balletto di numeri, tra chi sostiene che la manifestazione sia un successo e chi la bolla per le poche adesioni. Una serrata a macchia di leopardo. "Se il governo e il parlamento vanno in ferie. Noi chiuderemo gli ombrelloni", lo slogan sulle locandine affisse nei bagni. Si chiede un intervento del governo nel caos di leggi, proroghe e controproroghe, gli indennizzi un miraggio, la mappa delle spiagge bollata dalla Ue, il criterio di ’storicità’ solo un pio desiderio. "Se le imprese vanno all’asta sarà un danno per tutti, il rischio è un rialzo dei prezzi anche del 50%. Siamo noi, famiglie che si tramandano il testimone da generazioni, la garanzia per evitare che i prezzi decollino. Non è una battaglia per difendere il nostro giardino ma una ricchezza tutta made in Italy". Mirco Zamboni fa il bagnino, scruta il mare al Panama Beach mentre sistema i lettini. Anche qui ombrelloni chiusi. "La direttiva Bolkestein è stata dirompente, il governo deve farsi sentire, deve indicare la strada. Altrimenti qui andrà tutto per aria", sottolinea convinto.

Bagno Sole, fronte della protesta a Porto Garibaldi. Gianluca Zamboni, il titolare, non ha dubbi: "Dobbiamo dimostrarci uniti, solo così potremmo mettere sul piatto della bilancia la forza di tutta una categoria. Divisi si perde. Era necessario dare un segnale al governo. Va stabilito una volta per tutte che abbiamo diritto agli indennizzi". Anche qui gli ombrelloni sono ’ammainati’ in attesa che scocchino le 9,30, la fine della protesta. Si ribalta il fronte a lido degli Estensi e lido di Spina. Qui la maggior parte degli stabilimenti ha deciso di non aderire. "Non vogliamo creare in alcun modo disagi ai turisti, la forza dei lidi. Per noi i villeggianti vengono prima di tutto, qui troveranno sempre un servizio all’altezza", ribadisce Nicola Ghedini, Cna Balneari, titolare dello stabilimento Kursal. Non ha aderito nemmeno Assobalneari. Il presidente Fabrizio Licordari sottolinea: "Il turista deve trovare sulle nostre spiagge relax e servizi, non disagi". La lancetta si ferma sulle 9,30, I bagnini Gian Luca Cavallari e Giacomo Bonazza aprono gli ombrelloni. Al ’Sole’ torna l’ombra.