
Il monumento che ricorda la tragedia del confine orientale
In occasione del Giorno del Ricordo, che commemora la tragedia delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata, sono numerose le iniziative previste in città e provincia. Stamattina alle 10, nel capoluogo, avrà luogo una cerimonia davanti al monumento dedicato ai martiri delle foibe (piazzale Poledrelli 1/F). Dopo gli onori ai caduti e la benedizione del monumento, interverranno il vicesindaco Alessandro Balboni, il prefetto Massimo Marchesiello, Martino Ravasio, presidente della Consulta provinciale degli studenti, Riccardo Rizzardi a nome dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e presidente dell’Istituto Nastro Azzurro.
"É una pagina buia della storia italiana che solo negli ultimi anni sta trovando il riscontro che merita – spiega Balboni –. Le violenze e i massacri ai danni dei nostri connazionali da parte dei comunisti titini sono ancora una ferita aperta, basti pensare che il Giorno del Ricordo è stato istituito solo nel 2004: sono serviti più di cinquant’anni per portare alla luce gli infoibamenti e riconoscere il dramma degli esuli. Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare una serie di eventi di commemorazione, ponendo grande attenzione al coinvolgimento di studenti e cittadini in modo che questo tragico e complesso capitolo di storia venga raccontato nel modo corretto. Ancora troppi ferraresi ignorano cosa abbiano significato le foibe e gli orrori subiti dai nostri connazionali per la sola colpa di essere italiani". Per tutta la giornata, su disposizione della presidenza del Consiglio dei ministri, le bandiere degli edifici pubblici saranno esposte a mezz’asta.
Oltre alla cerimonia ufficiale, in città sono previsti diversi altri appuntamenti anche per i prossimi giorni. Mercoledì alle 10.30 in sala Estense ‘Le testimonianze dei sopravvissuti’, estratto del film ‘Red Land’ di Maximiliano Hernando Bruno oltre all’incredibile storia di Graziano Udovisi raccontata dalle immagini. Gli studenti intervisteranno Luciana Miani, esule istriana e Adriana Giacci, testimone di seconda generazione. Sabato alle 20.30, sempre in sala Estense, si terrà la proiezione del film ‘Red land (rosso Istria)’ di Maximiliano Hernando Bruno, dedicato alla tragica vicenda della giovane studentessa universitaria torturata e gettata nelle foibe. Norma Cossetto. Tornando agli appuntamenti di oggi, alle 17 la sala Agnelli della biblioteca Ariostea (via delle Scienze 17) ospiterà un incontro con Alberto Andreoli dedicato alle vicende della città di Pola durante il quarantennale periodo di amministrazione italiana (1918-1947).
Sempre in occasione del Giorno del Ricordo verrà presentato per la prima volta a Roma, nella Casa della Memoria, l’atlante interattivo ‘I centri di raccolta dei profughi giuliani e dalmati della Seconda guerra mondiale’. Si tratta di una corposa ricerca sui centri di raccolta dei profughi istriani, giuliani e dalmati promosso dall’ Istituto Nazionale Ferruccio Parri e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con la rete degli istituti storici, di cui fa parte l’Isco di Ferrara. L’atlante è in rete e si possono consultare le prime 60 schede delle 109 strutture note e accertate dalla storiografia. Inoltre sul sito di Isco (https://www.isco-ferrara.it) da oggi sarà pubblicata la mostra ‘Le tragedie del confine orientale 1918/1956’ (curata dalla Fondazione della Memoria della Deportazione) e si potrà consultare consultare la bibliografia ragionata dei libri presenti nella biblioteca dell’istituto sulle complesse vicende storiche del confine orientale.
Non mancano gli appuntamenti in provincia. Alle 11, a Copparo, al parco di via Ortigara sarà deposta una corona al monumento realizzato per commemorare i martiri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata, impegno tangibile e duraturo ad analizzare una pagina del Novecento troppo spesso dimenticata e segnata da violenze, rappresaglie, esecuzioni, come quelle delle foibe e dalle drammatiche vicende di trecentocinquantamila italiani profughi. Nel monumento sono richiamati simbolicamente i buchi delle cavità carsiche e il filo spinato che trascinava nel vuoto tutte le vittime insieme alla prima a cui si sparava.