Ferrara, ossa nei cespugli. La verità dai test genetici

Il giallo del sottomura. Indagini su un cellulare trovato vicino ai resti

I carabinieri durante i rilievi nel sottomura

I carabinieri durante i rilievi nel sottomura

Ferrara, 25 marzo 2019 - Saranno gli esami medico legali e il test del Dna a rivelare a chi appartenessero i resti umani trovati sabato nel sottomura di via Caldirolo. Alcune ipotesi investigative sono già state scartate e altre sembrano farsi via via più concrete.

Ma per scrivere la parola fine al termine di quello che ha tutti i contorni del giallo ci vuole una prova schiacciante. Ed è proprio quello che, a partire da oggi, gli inquirenti hanno intenzione di fare disponendo accertamenti scientifici sulle ossa portate alla luce da un volontario che stava pulendo dai rifiuti quel tratto di sottomura.

Migration

Un aiuto fondamentale per identificare quello scheletro (verosimilmente di una donna sui trent’anni morta da sei mesi a un anno fa) arriva da uno degli oggetti recuperati dai carabinieri: un cellulare Huawei bianco. Sul dispositivo sono partiti accertamenti che, a quanto trapela, avrebbero già fornito spunti importanti agli investigatori dell’Arma. Triangolando gli elementi raccolti con l’elenco degli scomparsi e le caratteristiche del cadavere, ci sarebbero già alcuni nomi sui quali focalizzarsi. Tra questi, quello di una donna allontanatasi da casa a settembre sarebbe quello più compatibile. Ma al momento siamo ancora nel campo delle ipotesi.

Ipotesi che, nei prossimi giorni, potrebbero diventare certezze quando gli uomini dell’Arma tireranno le somme dell’indagine. Al momento l’unica evidenza è quell’esistenza ‘invisibile’ spezzata in una macchia di arbusti e alberi a due passi dalla cinta muraria.

Un angolo di città diventato, nel tempo, luogo di bivacco e ritrovo di tossicodipendenti. A conferma di questo gli oggetti trovati dai militari e le numerose siringhe abbandonate. Dai primi riscontri effettuati sulle ossa non sarebbero emersi segni evidenti violenza. Improbabile anche che il corpo sia stato trascinato e occultato in quel luogo da qualcuno. La pista più plausibile è quindi che il decesso sia legato o a un abuso di droga o a un malore che l’avrebbe colta mentre aveva trovato riparo tra quegli alberi. Oggi la procura (il caso è sulla scrivania del pm Ombretta Volta) dovrebbe conferire gli incarichi per gli accertamenti medico legali al fine di chiudere il cerchio su questa triste vicenda.