
Ansia e tensione, come ogni anno, al via per l’assegnazione del vessillo aureo di San Giorgio. L’assessore Gulinelli: "L’evento è cultura e patrimonio estense. Grazie a tutte le contrade". .
È la gara definitiva. Quella che chiude il Palio e assegna il vessillo aureo di San Giorgio. Di fatto, chi vince, mette il suo sigillo sulla manifestazione. Se ne riparla l’anno prossimo. È anche la cronaca più complessa, che richiede un occhio alle storiche rivalità, senza farsi distrarre dai cori che sugli spalti si susseguono. Botta e risposta continui del pubblico rispecchiano l’agitazione davanti alla corda del mossiere. È a lui, infine, che si legano Palio e cronache: quest’anno, in postazione, è Davide Busatti. Non è la prima volta, per lui, al Palio di Ferrara. "Da qui, in mezzo alla piazza, è uno spettacolo straordinario – a parlare è il presidente dell’Ente Palio, Nicola Borsetti –. Diamo il benvenuto ai ferraresi e ai turisti arrivati in città: grazie per essere così numerosi questa sera in piazza ariostea. Oggi ha vinto tutto il movimento Palio e di conseguenza ha vinto tutta la città: perché Palio significa Ferrara. Un patrimonio difeso da tutti, contradaiole e contradaioli". Il presidente gira intorno alla piazza, insieme a lui, Marco Gulinelli, assessore alla cultura e al Palio, che prende la parola. "È proprio vero. Il colpo d’occhio è straordinario – dice l’assessore, tradendo un filo di emozione –. Credo che a questo punto della competizione si debbano ricordare anche le gare precedenti, come quelle degli sbandieratori o il magnifico corteo. Palio non è solo una competizione. Palio è cultura, è patrimonio del nostro territorio. Il primo ringraziamento alle contrade". È il momento dell’assegnazione delle posizioni al canapo per il Palio, effettuato dai Maestri di Campo, subito prima della corsa, seguendo l’ordine del Magnifico Corteo. Entrano in pista i cavalli per fare tondino. I fantini assaporano la sfida: la tensione si taglia col coltello. Chi prima guardava qualche video della finale di Champions sul cellulare, ora si disinteressa totalmenta: l’attenzione è tutta al Palio.
Di seguito posizioni al canapo: Rione San Paolo (cavallo Bramosu De Campeda, fantino Adrian Topalli detto Vulcano), Borgo San Giovanni (cavallo Divino Amore, fantino Carlo Sanna detto Brigante), Borgo San Giacomo (cavallo Dididomodossola, fantino Francesco Caria detto Tremendo), Borgo San Giorgio (cavallo Zodiaca, fantino Enrico Bruschelli detto Bellocchio), Rione Santo Spirito (cavallo Chimera Da Clodia, fantino Antonio Siri detto Amsicora), Rione San Benedetto (cavallo Borghesia, fantino Marco Bitti), Rione Santa Maria in Vado (cavallo Carilbom, fantino Mattia Chivassa detto Tambani). Di rincorsa, Borgo San Luca, con il cavallo Abracadabra e il fantino Dino Pes detto Velluto. Ecco che il giudice delle masserie e i maestri di campo si recano dal mossiere, consegnando l’ordine di partenza. Ed ecco che entrano cavalli e fantini. Fanno qualche giro di campo, entrano nell’atmosfera. Ora non esiste altro se non la competizione. "Rallentate i cavalli che tiriamo il canapo", dice il mossiere. Le false partenze si susseguono e mentre andiamo in stampa, la gara deve ancora partire.
Francesco Frachella