Pandemia e giustizia. Contagi e decessi nelle case di riposo. Il pm: "Archiviare"

La procura ha chiesto la chiusura senza responsabili dell’inchiesta sui focolai di coronavirus nelle residenze per anziani Caterina e Paradiso. I legali dei familiari: "Opposizione, ci sono elementi per il processo".

Pandemia e giustizia. Contagi e decessi nelle case di riposo. Il pm: "Archiviare"

Pandemia e giustizia. Contagi e decessi nelle case di riposo. Il pm: "Archiviare"

Impossibile stabilire un nesso certo di causa-effetto tra le condotte dei responsabili delle case di riposo Caterina e Paradiso e i focolai di Covid scoppiati all’interno delle strutture. Nei giorni scorsi, l’inchiesta su decessi e contagi nelle due residenze per anziani è arrivata a un punto di svolta. Il pubblico ministero Barbara Cavallo ha infatti chiesto l’archiviazione delle accuse per i sei indagati. Sotto inchiesta, lo ricordiamo, erano finiti i responsabili delle due strutture. Le accuse vanno da epidemia colposa a omicidio e lesioni colposi fino al non aver adeguatamente assistito i pazienti. L’indagine era partita dagli esposti depositati da un gruppo di ospiti e familiari di anziani che si erano ammalati e – in sette casi – avevano perso la vita a causa del coronavirus.

Nel chiedere al giudice la chiusura del caso senza responsabili, la procura passa in rassegna le lunghe e complesse indagini, mettendo di volta in volta in evidenza le criticità riscontrate dal consulente e la ricostruzione della difesa. La disamina dei fatti parte dal focolaio di Covid alla residenza Caterina dell’ottobre 2020 per poi spostarsi a quello del gennaio 2021 e, infine, al focolaio della Paradiso. Sotto la lente la scoperta dei primi contagi e la loro gestione, oltre alle comunicazioni con l’Ausl, ai protocolli e al recepimento delle indicazioni dell’autorità sanitaria. Nonostante siano state vagliate attentamente una serie di presunte carenze, "gli elementi emersi – scrive il pubblico ministero – non consentono la sostenibilità dell’accusa in un futuro dibattimento". In un passaggio la procura sottolinea inoltre come, allo stato, non sia possibile "valutare in concreto l’effettività e l’adeguatezza degli interventi dichiarati, né comunque ravvisare un nesso di causalità fra eventuali violazioni dei protocolli e gli eventi".

I familiari delle vittime, assistiti dagli avvocati Gian Luigi Pieraccini e Piero Giubelli, annunciano sin da subito opposizione. "È un provvedimento suicida – così Pieraccini –. All’inizio sembra dare ragione a noi, poi vira verso l’archiviazione. Valutiamo di opporci". Il collega Giubelli non ha dubbi. "Opposizione al cento per cento – scandisce –. A nostro avviso ci sono tutti gli elementi per arrivare a un verifica dibattimentale della responsabilità degli indagati. Poi sarà il dibattimento a decidere: vogliamo che sia quello il filtro e non questa fase". Il legale, in conclusione, si dice "stupito di questa richiesta, nella quale si evidenziano con grande minuzia tutte le carenze della struttura durante il periodo Covid. Elementi che avrebbero dovuto senza ombra di dubbio portare a una richiesta di rinvio a giudizio". L’istanza della procura, pur ritenendo non praticabile la strada penale, lascia comunque aperta la via della causa civile.

Federico Malavasi