Pane, l’eccellenza insidiata dalle bollette

Oggi si celebra la giornata mondiale dedicata ai prodotti da forno. Cappelli: "Negli anni calato il consumo". Perdonati: "Costi proibitivi"

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"Mentre i rincari sulle materie prime (che vanno da un 30 a un 70%) sono tutto sommato sopportabili, quelli sull’energia (che toccano il 300%) sono una vera e propria scure per il nostro settore. E il peggio deve ancora venire". A dirlo è Massimo Cappelli, titolare dell’omonimo panificio – storico associato a Confartigianato, maestro artigiano – in occasione della Giornata mondiale del pane che si celebra oggi. "La panificazione – prosegue l’artigiano – non sta vivendo un momento felice, per dirla con un eufemismo. Non solo per via dei rincari, ma anche per via del fatto che il consumo di pane pro-capite, in Italia, è uno dei più bassi (se non il più basso d’Europa)". A incidere sulle abitudini alimentari delle persone "ci sono senz’altro i ritmi di vita". Più in generale, le nuove generazioni "non hanno l’abitudine di mangiare pane, salvo qualche eccezione". A ogni modo, tornando al tema dei rincari: di elettricità il panificio è passato da pagare tremila euro nel 2019 a pagarne diecimila quest’anno. Stessa situazione per quello che riguarda la bolletta del gas. Il rincaro è stato del 300%. Venendo al pane ferrarese, alla coppia, mesi fa era divampata la polemica sul prezzo, che aveva consegnato a Ferrara il primato. Il pane estense era risultato il più caro di tutta Italia. "è una finta polemica – taglia corto Cappelli – . Non si può confrontare la coppia ferrarese con il resto del pane. Per due motivi: la piccola pezzatura e la lavorazione molto complessa e interamente artigianale".

Più o meno sulla falsariga anche le dichiarazioni del presidente dei panificatori Ascom, Sergio Perdonati. "Il pane è un alimento primario e completo dal punto di vista nutritivo che deve essere sempre presente. In questo momento il nostro settore è stretto tra i costi proibitivi dell’energia (anche + 300 % per gas e luce) e delle materie prime (farine, burro con incrementi del 30 e 40 % ) anch’essi con costi insostenibili. Per questa ragione riteniamo fondamentale promuovere con sempre maggiore determinazione e convinzione il pane come eccellenza e la filiera di professionalità, passione e competenza che sono alla base dei nostri prodotti da forno".

"La dieta mediterranea – spiega il direttore medico del servizio Igiene degli Alimenti e della nutrizione dell’Ausl – il modello alimentare italiano e i menù della ristorazione scolastica, ospedaliera e socio assistenziale propongono il pane sia a pranzo che a cena in quantità variabile a seconda dell’età del consumatore così come lo prevedono, come una valida sostituzione di altri gruppi di alimenti, a merenda e colazione; del resto, alla base dell’alimentazione tradizionale abbiamo tutti i derivati dei cereali, compreso il pane, che storicamente non è mai mancato sulle tavole degli italiani ed in particolare dei ferraresi".