Parte il progetto ’salva-tartarughe’, i biologi a bordo dei pescherecci

A Porto Garibaldi sono cominciate le attività con i pescatori per salvare l’importante specie

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È "salpato" il progetto salva-tartarughe di Fondazione Cetacea a Porto Garibaldi, che ha visto biologi a bordo dei pescherecci di 3 marinerie dell’Emilia Romagna, Porto Garibaldi, Cesenatico e Rimini. A Porto Garibaldi sono cominciate le attività con i pescatori nell’ambito di "Life Medturtles – azioni collettive per migliorare lo stato di conservazione delle popolazioni di tartarughe marine dell’UE e zone confinanti". Il progetto prevede azioni che coinvolgono i pescatori professionisti per cercare di ridurre le catture accidentali in attrezzi da pesca, tutt’ora causa principale della mortalità delle tartarughe in alto Adriatico, grazie a buone pratiche e tecniche di primo soccorso e all’utilizzo di nuovi attrezzi sperimentali. La notte scorsa due ricercatori di Fondazione Cetacea sono saliti a bordo di un peschereccio per la raccolta dati inerente alla sperimentazione del Ted (turtle excluder device).

Questa prima uscita prevedeva l’utilizzo della classica rete a strascico senza l’installazione del Ted, come previsto da protocollo. Nella notte è stata catturata accidentalmente un esemplare di Caretta caretta lunga 67cm di carapace. La tartaruga è stata messa in sicurezza per poi essere tenuta in osservazione alcune ore sul peschereccio, fino a quando non è stata dichiarata fuori pericolo e quindi rilasciabile. I biologi, oltre alla raccolta dati, hanno quindi avuto l’occasione di insegnare ai pescatori a bordo le tecniche di primo soccorso da effettuare su una tartaruga pescata.