Diversi punti di fuoco su un’area di più di cinquecento metri quadrati in una zona impervia, golenale, difficile da raggiungere dagli automezzi pesanti di soccorso, tra l’argine e il fiume: è questo lo scenario che ha tenuto impegnati ieri, per oltre due ore, i vigili del fuoco di Ferrara, arrivati con tre mezzi, insieme ai volontari del distaccamento di Bondeno con due veicoli. Sono riusciti a salvare l’abitazione del custode, che di fatto è un modulo abitativo posto all’interno dell’area agricola sin dal terremoto del 2012. Sono andate bruciate invece una rotopressa, che era spenta ma serviva per fare le rotoballe nell’azienda agricola, una barca in vetroresina necessaria agli spostamenti sul fiume, e diversi bancali di legno, oltre alle tante sterpaglie che avvolgevano l’azienda e che incendiandosi hanno creato non pochi pericoli. E’ stato salvato invece il ricovero delle pecore, un ampio impianto coperto attualmente in disuso.
È successo a San Biagio di Bondeno, intorno alle 13.30, a un indirizzo che corrisponde alla strada provinciale 19 ma che di fatto si trova sul fiume, a circa cento metri dalla Rotta. Si tratta di un’azienda agricola e di allevamento ovini che giace in uno stato di abbandono, sebbene abbia un custode residente.
Proprio per questo, dovendo affrontare scarpate di argini e percorsi sterrati, uomini e mezzi dei vigili del fuoco di Ferrara e Bondeno hanno dovuto lavorare a lungo tra le difficoltà, riuscendo a salvare il salvabile, evitando la diffusione delle fiamme e mettendo l’area in sicurezza. Quella in cui sono intervenuti è stata la sede di un allevamento importante, e ancora oggi resta un impianto esistente in area golenale poco distante da dove il fiume Panaro si immette nel Po. Sul posto sono arrivati e indagano i Carabinieri, impegnati ad intercettare e a documentare quelle che potrebbero essere state le cause del vasto incendio. Difficile infatti pensare all’autocombustione: le fiamme sono partite da punti diversi dell’area. Uomini e mezzi hanno dovuto intervenire simultaneamente su più fronti di fuoco.
Claudia Fortini