
Sanitari al lavoro in una corsia dell’ospedale Sant’Anna di Cona immagine di repertorio
L’inchiesta sul decesso di due pazienti dopo un delicato intervento agli occhi arriva a un punto si svolta dopo due anni di attività investigativa e consulenze tecniche. Nei giorni scorsi la procura ha concluso le indagini e notificato l’avviso ai difensori dei professionisti coinvolti. Dei ventidue iscritti iniziali ne sono rimasti soltanto cinque, tutti medici. Stralciati gli altri 17 nomi inizialmente finiti sotto la lente degli inquirenti, che comprendevano infermieri, Oss e altri ‘camici bianchi’ che in un modo o nell’altro avevano assistito le due donne entrate a Cona per l’operazione e poi decedute a poche ore l’una dall’altra.
Le due pazienti, Gabriella Cimatti, 81 anni, e Mara Cremonini, 70 anni, sono morte improvvisamente tra giovedì 27 e venerdì 28 luglio 2023 dopo essere state operate nella clinica di chirurgia oculistica dell’ospedale Sant’Anna. Appreso dell’accaduto, il pubblico ministero Andrea Maggioni aveva aperto un’inchiesta per omicidio colposo, avviando una serie di accertamenti finalizzati a chiarire le cause esatte del decesso ed eventuali responsabilità in capo ai sanitari che le hanno avute in cura.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, la morte delle due anziane sarebbe da ricondurre all’entrata in circolo del perfluorottano, un liquido operatorio che viene iniettato negli occhi (e in seguito rimosso) per consentire l’intervento, ma che non deve penetrare nell’organismo. Nel caso in questione, secondo i consulenti, il perfluorottano sarebbe invece entrato in circolazione, provocando un’embolia fatale.
L’avviso della conclusione delle indagini, si diceva, è stato notificato nelle scorse ore ai legali dei professionisti coinvolti. Contattati, i difensori dei cinque indagati – gli avvocati Marco Linguerri e Giuseppe Moretti – hanno preferito non rilasciare alcuna dichiarazione. Soddisfatto invece l’avvocato Gianni Ricciuti, legale di undici infermieri inizialmente iscritti e ora stralciati. "I miei assistiti – così il legale – hanno sempre fatto il loro dovere e ora per loro mi aspetto una richiesta di archiviazione da parte della procura. Sono soddisfatto degli esiti della consulenza del pubblico ministero, convinto che i miei clienti abbiano fatto tutto il possibile per le pazienti".
Chiuse le indagini, ora gli avvocati avranno il tempo di valutare gli atti e studiare le proprie azioni difensive prima che la procura decida se chiedere o meno il rinvio a giudizio dei medici sotto inchiesta.
Federico Malavasi