Pd-Azione, la rottura preoccupa "Collegi uninominali? Partita dura"

Gli effetti dello strappo di Calenda agitano i dem anche a Ferrara. Ora la sfida delle urne è ancor più in salita. Talmelli: "C’è molta amarezza nel partito. Ma i rapporti continuano". Bova: "Da sinistra fuoco amico"

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di Federico Di Bisceglie

C’eravamo tanto amati. Ma è durata così poco...Probabilmente il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, sottoscrivendo il patto con Azione, sognava di competere. Quantomeno di provarci, a giocare la battaglia delle urne. Ora è tutto sfumato. O, quantomeno, la partita si è fatta dura. Calenda ha guadagnato l’angolo, dispiegando le vele del centrismo e facendo (probabilmente) rotta verso il terzo polo di fattura renziana. A Letta sono rimasti i Verdi di Angelo Bonelli e Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni. Chiaramente, gli accordi (e i disaccordi) romani, esercitano i loro effetti anche sui territori. E il segretario comunale del Pd, Alessandro Talmelli ieri mattina ha bevuto un caffè amaro. Molto amaro. "C’è delusione nella base del partito – spiega al Carlino – . Se il centrosinistra si concentrasse di più sulle idee e sul programma sono sicuro che sarebbe senz’altro più attrattivo". Talmelli giunge a una facile, tanto insidiosa rappresentazione della realtà per quel che resta della coalizione: "La partita nei collegi uninominali è difficile. Molto difficile". Già lo era prima, dato che la coalizione di centrodestra è comunque avvantaggiata (e non di poco). Ma la potenziale dote elettorale dei Calendas aveva rinvigorito le aspettative. Addirittura Talmelli sul Carlino aveva azzardato l’ipotesi di "trovarsi a sostenere la Carfagna in alcuni collegi". Ipotesi non indigesta per lui, che diversamente da Letta, ha più problemi a sinistra che a destra (del centrosinistra). Il sogno ora impallidisce. La speranza soccombe al cospetto dei veleni incrociati e degli attacchi personali. L’ultimo, rivolto a Calenda, arriva proprio dall’alleato dei dem, Bonelli: "Calenda è drammaticamente fascista". Eh vabbé. All’indomani dello strappo di Calenda, c’era già chi vociferava di un possibile avvicinamento di Letta al Movimento 5 Stelle. Su questo Talmelli non si sbilancia, anzi, rilancia le parole del segretario nazionale: "Letta ha detto che le alleanze sono chiuse". Tuttavia, sempre quella vena di ottimismo che anima l’agire politico del dem, lo porta a fare una considerazione: "Fino alla presentazione delle liste, tutto può succedere. Chissà". E, comunque, il segretario comunale del Pd tiene a chiarire che anche a Ferrara "vige il modello Bonaccini: con Azione ci sarà sempre un confronto costruttivo sui temi". Peraltro "i rapporti con gli esponenti di Azione sono ottimi". Un aspetto che conferma anche Alberto Bova, coordinatore provinciale di Azione, che tuttavia sostiene la linea del leader. "Calenda ha agito ottemperando le aspettative della base – spiega –. Una scelta di coerenza: non potevamo stare con chi è contro tutto a prescindere, dai rigassificatori all’agenda Draghi". L’obiettivo elettorale è dunque quello di "intercettare anche i delusi del centrodestra". Benché – e Bova ne è pienamente consapevole – la scelta fatta da Azione "con questa legge elettorale rischia di avvantaggiare il centrodestra". L’opzione che si prospetta agli elettori, comunque, è chiara: "Il partito di Carlo Calenda premia la competenza e la coerenza. In alternativa al populismo, di ogni colore". D’altra parte, chiude Bova, "non si poteva impostare un’alleanza con il continuo rischio del fuoco amico". Com’era il proverbio? Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Dio.