Abbiamo una certezza. Entro il 15 giugno avremo il prossimo segretario o segretaria comunale del Partito Democratico. I due contendenti, Giada Zerbini e Leonardo Uba, hanno iniziato il confronto nei circoli cittadini. Le prime serate sono state a Porotto e al Lambertini. Essendo riunioni dedicate esclusivamente agli iscritti, non abbiamo avuto modo di partecipare direttamente. Però, spiando un po’ di video reperiti sul web, e confrontandoci con un po’ di militanti dem, quelle che sembravano iniziali convergenze stanno sempre più delineandosi come sostanziali differenze.
Pur nel contesto di un dibattito caratterizzato da toni civili. Proprio per il carattere che ha questa elezione – si tratta di una consultazione di secondo livello, in cui saranno i delegati dei circoli a determinare l’esito congressuale (comunque una votazione riservata agli iscritti del Pd) – il dibattito è stato per lo più circoscritto all’interno dei circoli. La leadership cittadina del principale partito di opposizione di Ferrara è tuttavia meritevole di un dibattito più ampio, che possa interessare anche i lettori. È con questo spirito che abbiamo organizzato, per martedì 27 maggio, qui al Carlino, un confronto a seguito del quale l’opinione pubblica potrà farsi un’idea del profilo, delle proposte e della visione dei due contendenti. Un’idea di Uba e Zerbini, per la verità, è già emersa in queste ultime settimane.
Sul nostro giornale, infatti, si sta snodando da tempo il confronto – a volte anche acceso – fra i due contendenti alla segreteria dem. A ben guardare, i profili dei due candidati rappresentano in qualche misura le due anime che compongono il Pd e che da sempre danno al principale partito del centrosinistra – in Italia e a Ferrara – quel carattere di pluralismo che lo ha reso, in anni diversi, appetibile a platee politiche piuttosto eterogenee fra loro. Adesso, però, è il momento della sintesi. Probabilmente la parola più problematica, non sul piano semantico ma sul piano della declinazione pratica, è "discontinuità". Uno dei tre pilastri su cui si impernia l’intero programma di Zerbini, messo però in discussione da Uba (al quale la competitor ha però contro replicato su queste colonne). Per cui, su questo, siamo pronti a mettere alla prova i candidati. Se è vero che l’obiettivo di questo congresso è traguardare le sfide politiche future, è altrettanto vero che sarà inevitabile fare i conti con alcune – sciagurate – scelte del passato. A partire da alcune candidature, assecondate in nome di non si sa quale orizzonte. Sicuramente non quello valoriale. E qui si arriva a un altro nodo di fondo. I due giovani candidati, si apprestano a guidare un partito che da tempo si è avviluppato su se stesso, pur riscontrando un buon successo nell’elettorato (i dati delle regionali sono interessanti).
A questo punto, dunque, la vera sfida è far tornare il Pd una formazione politica in grado di parlare non solo ai militanti ma un linguaggio comprensibile a tutti. Senza condizionamenti. Ci riusciranno Zerbini e Uba?