Peculato, assolto il ‘re delle truffe’

Era finito alla sbarra per pacchi consegnati e che non risultavano pagati

Assolto dall’accusa di peculato. Una delle più gravi per lui, Stefano Tarascio, ferrarese di 33 anni, comunque abituato a frequentare le aule dei tribunali, considerando che è ritenuto il re delle truffe e si trova in carcere da anni, era stato indagato per l’ennesimo volta ma per un reato ben più pesante. Era acccusato di avere fatto la cresta sui soldi che intascava consegnando pacchi per una ditta per cui lavorava. I fatti risalgono alla primaveraestate del 2018, quando Tarascio era impiegato in questa azienda privata di consegna di pacchi e corrispondenza. L’imputato (che in quel frangente era incaricato di pubblico servizio) si sarebbe intascato 2.930 euro di pagamenti in contrassegno, facendo credere che i pacchi fossero ancora in magazzino e quindi non consegnati, mentre lui aveva sì consegnato la merce ma trattenuto i soldi. Aveva studiato un sistema in cui era riuscito a non fare scoprire che alcuni pacchi che risultavano in magazzino, quindi non usciti, in realtà venivano consegnati e lui ne incassava il corrispettivo in denaro. Un trucco poi scoperto quando la responsabile della sede dove Tarascio lavorava (difeso dall’avvocato Filippo Sabbatani) si accorge degli ammanchi. Ieri Tarascio – assistito dall’avvocato Filippo Sabbatani – è stato assolto dal Tribunale di Ferrara in composizione collegiale. "Non è stato dimostrato – commenta l’avvocato Sabbatani – che quegli ammanchi fossero stati compiuti da lui, che peraltro non è stato riconosciuto dalle persone cui secondo l’accusa aveva consegnato i pacchi.

Cristina Rufini