"Per il Po serve una legge speciale"

Una normativa specifica, come una legge speciale, a tutela dei territori del delta del fiume Po che, dopo i danni della subsidenza innescata dalle trivellazioni in Alto Adriatico, si trovano ora a fronteggiare la risalita del cuneo salino, segnalata ormai a 30 chilometri dalla foce e che, dopo aver contaminato le risorse idriche costiere, sta pericolosamente avvicinandosi alle falde, che servono la città di Ferrara: è quanto chiede l’ANBI, che ha dedicato un workshop al tema, svoltosi a Mesola. "Serve un approccio, che superi la logica dello stato di calamità e degli interventi in emergenza, perché il Delta del Po è un valore aggiunto del Paese per l’agricoltura, l’ambiente e la storia di un territorio" così Massimo Gargano, direttore dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue. "L’impressione diffusa – aggiunge Francesco Vincenzi, presidente Anbi – è che non si stia percependo, ai livelli politici decisionali, la gravità di quanto sta accadendo tra le province di Rovigo e Ferrara, dove l’ingresso delle acque marine nell’entroterra, non solo sta inquinando gli attingimenti idrici anche per il potabile, ma sta cambiando l’habitat di un patrimonio universale.