Pesca, gasolio ormai alle stelle "Nelle reti nessun guadagno"

Dalle quattro di mattina per mare, due equipaggi di Porto Garibaldi "La protesta non è servita"

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Non è più il maltempo che si sorprende tra le onde l’incubo dei pescatori, ma il caro gasolio. Prezzi alle stelle che fanno colare a picco il reddito di chi si sveglia alle tre del mattino per andare per mare, nelle reti ormai solo un filo di speranza. Sono appena sbarcati nel molo di Porto Garibaldi con le loro imbarcazioni che sono state battezzate ’Dumbo’ e ’Leonardo’ i due equipaggi partiti quando l’alba era ancora un bagliore molto lontano per andare a pescare cefali. Ogni equipaggio – le due barche sono dello stesso comandante – è formato da tre componenti. Sono appena tornati, hanno scaricato il pesce e adesso sistemano le reti perché domani è un altro giorno, magari un giorno diverso loro si augurano con più pesce e meno timori per il futuro. Un giorno buono per andare a pesca, amaro quando si deve fare il pieno di gasolio alle barche. Va per mare da una vita Alessandro Finotelli. Non sono più bei tempi per lui ed i suoi colleghi. Costa caro il carburante, è salato il ghiaccio che serve per conservare il pesce, le cassette dove viene stivato. "Ormai il nostro guadagno – racconta sul ponte della barca – è ridotto all’osso, una volta fare il pescatore rendeva. Adesso le spese ci stanno uccidendo. Un esempio, il gasolio. E’ aumentato del doppio, di più". Partono quando è ancora notte e alla fine, tra navigazione e operazioni sul posto, lavorano una ventina di ore al giorno. "E per che cosa? – si chiede amaro – per andare in pensione con una manciata di euro, le nostre pensioni vanno da 600 a settencento euro. Una beffa. Tra l’altro quando arrivi ad una certa età non ce la fai più a fare questo mestiere, sei costretto a lasciare". Antonio Zappata piega la testa perché alla fine c’è ben poco da stare allegri mentre si avvolgono le reti. "Mio padre dopo anni su una barca è andato in pensione con mille euro, altri tempi. Adesso tutto è più caro, il futuro è sempre più incerto", afferma quando ormai sul posto scocca quasi l’una, gli altri sono già a pranzo. Loro, nell’equipaggio c’è anche un ragazzo, sono ancora lì. Sotto il sole dalle quattro del mattino. Hanno protestato alcuni mesi fa per il caro-gasolio, ma alla fine nulla è cambiato. Ogni litro di carburante è una mazzata per il portafogli, il prezzo da pagare per un mestiere così antico e una volta anche bello. Come il mare, che loro amano.

Mario Bovenzi