
La vittima sarebbe stata attirata in strada con una scusa, poi picchiata e rinchiusa nel bagagliaio di una macchina.
L’accusa di sequestro di persona era già caduta per mancanza di querela. Le altre contestazioni (lesioni e rapina, ipotesi che la procura ha chiesto di derubricare a furto con strappo) sono state invece ‘impallinate’ ieri pomeriggio dai giudici, che hanno assolto tutti e quattro i pachistani finiti a processo con l’accusa di aver rapito e pestato a sangue un connazionale. Si è concluso dunque senza responsabili il processo sulla vicenda iniziata nell’Argentano nell’aprile del 2021 e finita al centro di un’inchiesta condotta dai carabinieri della compagnia di Portomaggiore.
Secondo l’impianto accusatorio, i quattro stranieri avrebbero attirato la vittima in un luogo appartato con la scusa di un chiarimento in merito a una precedente discussione intercorsa tra di loro. Una volta raggiunta una stradina di campagna in tre gli avrebbero strappato il telefono cellulare per poi sbatterlo con violenza a terra. Non solo. Una volta distrutto il telefonino, gli aggressori – stando alla denuncia poi sporta dalla vittima ai militari dell’Arma portuense – avrebbero cominciato a picchiare il connazionale con calci, pugni e bastoni. In quel frangente, il malcapitato avrebbe cercato di fuggire, ma sarebbe stato rapidamente raggiunto e picchiato nuovamente per poi essere, infine, caricato nel bagagliaio di una Opel Zafira e qui trattenuto per un periodo abbastanza lungo da far scattare anche la denuncia per sequestro di persona (poi caduta). Alla fine, gli imputati avrebbero scaricato il connazionale ferito nel parcheggio di un supermercato della zona.
Le indagini condotte dai militari portuensi portarono all’individuazione dei presunti responsabili dell’aggressione. Quattro di essi sono finiti a processo e sono stati assolti nella giornata di ieri. Il quinto, rimasto a lungo irreperibile, è stato rintracciato di recente e la sua posizione verrà discussa oggi davanti al giudice dell’udienza preliminare. È molto probabile che il suo difensore, l’avvocato Enrico Belletti, faccia pesare le conclusioni appena emesse dai giudici nei confronti degli altri quattro coimputati per l’episodio di quella notte.
f. m.