Petaloso, la Crusca invita a Firenze Matteo e la sua classe

Gita di classe speciale per gli alunni della III C di Copparo, che dedicano agli accademici una pala dipinta dagli stessi ragazzi

Matteo e la maestra Margherita Aurora (foto Businesspress)

Matteo e la maestra Margherita Aurora (foto Businesspress)

Ferrara, 10 maggio 2016 - «Vola, come falcon c’ha seco il vento» si legge sulla pala da forno che la classe più petalosa del mondo porterà oggi all’Accademia della Crusca. Il piccolo Matteo e gli altri alunni della classe III C della scuola primaria Marchesi di Copparo, capitanati dalla loro maestra Margherita Aurora, sono stati infatti invitati dagli accademici della ‘Crusca’, per conoscere l’inventore della parola che qualche mese fa ha fatto il giro del mondo, diventando virale in pochissimo tempo.

Dopo l’eco avuto dal fantasioso termine, il più importante centro di ricerca scientifica dedicato allo studio e alla promozione dell’italiano ha ritenuto opportuno far scoprire non solo a Matteo, ma a tutta la sua classe, il luogo da cui si diffonde la conoscenza storica della lingua nazionale e al contempo la coscienza critica della sua evoluzione, nella società italiana e all’estero. Appresa la notizia del viaggio alla Villa Medicea di Castello a Firenze, sede dell’Accademia della Crusca, nell’arco di un mese la maestra Margherita e i suoi alunni hanno intrapreso uno studio di ricerca sulla storia dell’istituzione. Dall’origine tutt’altro che accademica con la ‘brigata dei Crusconi’ – un circolo in cui poeti, letterati e uomini di diritto davano vita ad allegre occasioni conviviali nella seconda metà del Cinquecento fiorentino – alla sua istituzione più formale, dove si iniziò a lavorare per distinguere la parte buona e pura della lingua (la farina) dalla parte cattiva ed impura (la crusca, appunto). Una funzione che la Crusca ha portato avanti nei secoli, fino ad oggi e fino alla lettera inviata dalla classe copparese, curiosa di sapere se petaloso potesse un domani finire sul dizionario della lingua italiana.

Così, la III C porterà in dono agli accademici una pala da forno, tra i simboli dell’Accademia, per l’occasione assai «petalosa». Realizzata da Lino, il nonno di Matteo, la pala di legno è stata dipinta con la partecipazione di tutta la classe e si legge un verso dell’Ariosto, affinché il termine viaggi come un falco al vento. E se il motto della Crusca dice che «Il più bel fior ne coglie», un po’ di spirito petaloso, portato dall’incuriosita classe di Copparo, non può che essere di buon auspicio per l’evoluzione non solo della lingua italiana, ma anche della formazione scolastica di questi giovani studenti.