Padre e figlio albanesi dovranno pagare entrambi multe da 600 euro per averi picchiato un uomo, colpevole, secondo loro, di aver fatto un gestaccio e di aver guidato troppo piano in Superstrada. Si è concluso così il processo ai danni dei due per aver preso a botte un uomo, dopo aver fermato l’auto in mezzo alla strada.
Il tutto per un gestaccio e per la ’provocazione’ di aver guidato troppo piano in Super. Padre e figlio, fra l’altro, già coinvolti in un altro processo ancora per violenze avvenute a Pontelagoscuro, erano accusati di lesioni lievi e con una richiesta di condanna al pagamento di 600 euro a testa di multa. Cosa che poi è avvenuta con la condanna a dover saldare le sanzioni, e anche provvisionale in favore della parte civile di 500 euro. I fatti risalgono a un venerdì di metà luglio. Un tratto di super con code chilometriche. Un’Audi che si accoda in corsia di sorpasso, e usa gli abbaglianti e, suona il clacson.
L’auto cerca di passare e non può, perché le auto sono imbottigliate nel traffico. Prosegue ancora e riceve, in tutta risposta, un dito medio spuntare dal finestrino lato conducente dell’auto che ha davanti. Un gesto che per padre e figlio, gli uomini a bordo dell’Audi, non hanno gradito affatto. Al punto che scatta un inseguimento lungo il tratto di super che arriva fino a Comacchio, con tanto di auto affiancata e gesti poco equivocabili come quello di una pistola che spara e delle mani attorno al collo. E poi, quando la prima auto mette la freccia per girare verso la cittadina lagunare, anche padre e figlio girano e bloccano la vettura piazzandosi davanti. Si fermano in mezzo alla strada, aprono gli sportelli e scendono. La coppia fa scattare la sicura, ma l’uomo abbassa il finestrino. Padre e figlio si infilano, lo strattonano e lo colpiscono al volto al collo e a una mano. Un video riprende parte della colluttazione. I due imputati furono sentiti nel gennaio scorso dal giudice di pace con una versione più caotica dei fatti. Al punto da sollevare non pochi dubbi. Alla fine ieri è arrivata la decisione di condanna a pagare multe.
Matteo Radogna