Ferrara, il professor Rosati derubato del Rolex

Colpo vip sul sagrato del tempio di Pontegradella: orologio da 25mila euro. Il noto chirurgo del capello operò anche Berlusconi

Il chirurgo Piero Rosati derubato del Rolex

Il chirurgo Piero Rosati derubato del Rolex

Ferrara, 20 maggio 2019 - Quella stretta di mano, inattesa e imprevedibile, con la quale ieri mattina una donna ha derubato il professor Piero Rosati di un Rolex del valore di 25 mila euro, ha lasciato al chirurgo l’amaro in bocca e la certezza che «la nostra non è più una città sicura». È domenica mattina, ieri, quando Rosati – tra i primi cinque chirurghi del capello a livello mondiale, noto per avere sottoposto nel 2004 l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a un trapianto di capelli – sta scendendo dall’auto. È a due passi dal sagrato della chiesa di Pontegradella, dove l’attende la Comunione della figlia di una collaboratrice della clinica di via Piangipane. «Ero appena sceso dalla macchina – racconta Rosati – quando mi si è avvicinata una donna. Subito mi dice che sta cercando lavoro e che ha messo i bigliettini con i suoi recapiti un po’ dappertutto, e in effetti ne ha ancora alcuni tra le mani».

Preso alla sprovvista, Rosati spiega alla sconosciuta che è spiacente, ma che non può darle una mano e che anzi è in ritardo per la messa che sta per incominciare. «A quel punto mi porge la mano, come per salutarmi e mi allunga la sinistra dove io indossavo l’orologio. Le faccio notare che di solito si dà la destra, osservando nel frattempo che proprio la mano destra sembrava offesa da una paralisi ostetrica». Un dettaglio, prezioso alle indagini, che l’occhio medico gli restituisce. «Così, vista l’insistenza le allungo la sinistra...».

A questo punto la tecnica del furto con destrezza entra nella sua fase cruciale. La sconosciuta afferra la mano del prof e ci mette sopra anche la destra «come se con quel gesto volesse ringraziarmi del tempo che le avevo dedicato». E ammette: «Non ho sentito nulla: nè il cinturino che si apriva e nemmeno quando mi ha sfilato l’orologio». La sconosciuta se ne va di fretta e raggiunge il complice che l’aspetta nei paraggi. Rosati impiega 2 forse tre minuti a capire che non ha più l’orologio e a mettere in relazione la sorprendente assenza con l’inusuale incontro di poco prima. «Ho chiamato subito i carabinieri e sono stati davvero eccezionali: in pochi minuti mi hanno raggiunto e mi hanno dato tutta l’assistenza necessaria, lì sul posto e successivamente in caserma, proprio di questo ha bisogno un cittadino in quei frangenti. Io come tanti altri cui è toccata la stessa sorte».

Poi la riflessione: «Non è tanto per l’orologio, quanto per l’umiliazione che ho vissuto. La mia professione mi porta abitualmente a Roma, a Milano, in città metropolitane dove non indosso mai l’oroglio proprio per mettermi al riparo da eventuali scippi o furti... e poi? Succede proprio nella mia città, a Pontegradella poi... certamente anche Ferrara sta vivendo quel clima di insicurezza che regna in tutto il Paese». Un aiuto alle indagini sul clamoroso furto, giunge proprio dall’auto del professore, attrezzata con un sistema di rilevazione immagini già acquisito dai carabinieri. A Rosati sono state mostrate le foto segnaletiche e i primi accertamenti sono già stati avviati, «anche se l’orologio non lo rivedrò mai più...».