Grandine e nubifragio a Ferrara: “Danni al mio raccolto”

Lo sfogo di un proprietario di Aguscello: "Non mi conviene, incrocio le dita e spero nel bel tempo". La testimonianza di una giovane imprenditrice: "Dopo tre gelate di fila non mi hanno fatto la polizza"

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"Non sono assicurato, ormai non lo faccio più da tre anni da quando ho capito che non ne valeva proprio la pena", non fa giri di parole Massimo Mosesini, di professione agricoltore da una vita. Come tutta la sua famiglia che coltiva i campi ad Aguscello. Siamo alle porte della città, nel terreno i ’resti’ di quello che ha lasciato dietro di se il nubifragio. Zucchini e zucche, coltivati fuori dalle serre, crivellati dal folle killer del tempo. Allo stesso destino sono andati incontro gli alberi di albicocche che non avevano una protezione. E’ uno degli appezzamenti più danneggiati dall’ondata di maltempo che qui ha lasciato i segni del suo passaggio con maggior forza. "Ho misurato sulla mia pelle – riprende l’agricoltore che è associato alla Coldiretti – che assicurarsi non conviene, così ho smesso". Non è il solo a pensarla così. Basta percorrere un po’ di chilometri per arrivare alla campagna che coltiva con passione Jennifer Felloni, 35 anni, socia dell’associazione di categoria Cia. Siamo a Tresigallo e qui c’è la sua terra, ettari di grano e fruttetti. Al volante del trattore c’è adesso lei dopo che suo padre è morto. "Mi aiuta anche il nonno – spiega –, ha 87 anni ma è lui a darmi i consigli più giusti, la sua vita è qui. Sa anche quanti fili d’erba ci sono lungo le capezzagne". Una battuta ed il sorriso si spegne quando sente parlare di assicurazioni, alle quali è stata costretta a ricorrere. Sembra un po’ un ragioniere mentre parla di plafond, di interessi e risarcimenti. "Viene nella mia casa colonica – entra nei dettagli – un broker che mi spiega quali assicurazioni sono più vantaggiose e quelle che invece vanno evitate. Alla fine sono arrivata ad un’amara conclusione, soprattutto dopo che non hanno voluto assicurare le mie piante che erano state colpite per tre anni di fila da una gelata". La sua conclusione si articola in due opzioni. "In alcuni casi – sottolinea – la cifra che viene erogata per danni del cento per cento non arriva a coprire la metà di quello che hai perso. In altri casi invece è come una roulette russa. Se ti va bene, se il maltempo risparmia le tue colture, magari avrai buttato qualche migliaio di euro ma puoi ritenerti lo stesso fortunato". Non solo gelate e grandine, all’orizzonte c’è anche la cimice asiatica che quest’anno pare pronta a riprendersi il terreno perduto sotto le ’punture’ della vespa samurai. "Chi fa da se fa per tre – sentenzia – in questi giorni stiamo facendo un preparato di polveri di zolfo, vogliamo vedere se con questo metodo dal sapore antico riusciamo a tenere lontane le cimici dai nostri alberi da frutto".

Mario Bovenzi