"Piscine, paura per l’inizio dell’anno. Più costi che ricavi, si rischia"

Il vice presidente della società ’Nuova Sportiva’. Luca Bosi: "Va esteso. il credito di imposta"

Il mondo delle piscine langue. Tra i più colpiti durante i lunghi mesi di pandemia, dopo una ripartenza che sembrava consolidarsi, è arrivata la mazzata sull’energia. Di fatto, gli impianti natatori sono aziende energivore pur non essendo riconosciute come tali dal punto di vista giuridico. Ora, come detto, si trovano al pari di altre aziende e di molte famiglie, a dover fare i conti con rincari davvero esorbitanti causati per lo più dalla congiuntura geopolitica internazionale. Il caso dell’impianto di via Beethoven è emblematico. "Noi abbiamo un contratto attraverso il quale riceviamo energia elettrica ai prezzi del 2021. Ma dal primo gennaio prossimo, saranno guai grossi". A dirlo è Luca Bosi, vice presidente dell’associazione ’Nuova Sportiva’ che, oltre alla Beethoven, gestisce una quindicina di impianti e conferma una proiezione preoccupante. "A Este – spiega Bosi – gestiamo un impianto che, dimensionalmente, è simile a quello di Ferrara. Lì, però, non avevamo il contratto con il fornitore che ci ’blocca’ il prezzo dell’energia. Dunque ci siamo trovati a dover pagare una bolletta del gas che è passata da undicimila a ventottomila euro. Non solo. La luce è passata da tremila a dodicimila euro. In sostanza i ricavi sono drasticamente inferiori rispetto ai costi". Nonostante, conferma il vicepresidente della società sportiva, anche a Ferrara "c’è una buona affluenza di pubblico, lievemente superiore a quella del 2019". Con questi presupposti, si corre il concreto rischio di essere costretti a chiudere i battenti. Quanto meno per lasciare passare la tempesta e aspettare che la situazione si assesti e i prezzi tornino a livelli di normalità. "Faremo l’impossibile – spiega Bosi – per mantenere aperti gli impianti, anche se con questi presupposti non sarà certo facile. L’impegno da parte nostra, comunque, ci sarà tutto". Alla politica, comunque, Bosi lancia un grido di dolore che "mi auguro qualcuno riesca a cogliere".

"Le misure stanziate fino a oggi, anche in termini di ristoro – prosegue – sono assolutamente insufficienti. Per questo, ritengo necessario che, ad esempio il credito di imposta venga esteso anche alle società sportive dilettantistiche e non solo alle società a responsabilità limitata o che hanno altre formule societarie".

f. d. b.