Una lettera aperta ma anche quello che si può definire un appello alla responsabilità della politica. E’ questa la sintesi del documento che Stefano Calderoni, presidente del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, rivolge alle istituzioni. Un voce nel silenzio davanti allo scenario di una siccità record, che non accenna a concedere tregue. "Siamo nel pieno della più grande crisi idrica del bacino del Po e, di fronte a questa “tempesta perfetta” del tutto prevedibile – così comincia Calderoni – dobbiamo avere la lungimiranza di compiere scelte strategiche, immediate e coraggiose. Da più parti si è fatto riferimento a una situazione simile a quella di 70 anni fa, ma il contesto socio-economico nel frattempo è profondamente mutato e con esso i fabbisogni idrici per usi civili e produttivi, sia per il settore agricolo che per l’industria. La combinazione tra l’enorme problema idrico del bacino padano e le mutate esigenze produttive ci sta portando a un punto di non ritorno. Oggi non ci rimane che sperare in fattori esterni che possano, anche solo parzialmente, mitigare gli effetti della siccità, permettendoci di affrontare con minor preoccupazione i prossimi mesi. Ma non si può pensare di lasciare la risoluzione del problema a un fattore puramente meteorologico. Faccio appello a un principio di realismo: serve un coordinamento efficace tra i vari attori istituzionali per mitigare le comprensibili rivendicazioni dei vari portatori d’interesse. Così si fece nel 2021 quando, grazie alle piogge sulle Alpi si riuscì a rilasciare gradualmente acqua dai laghi, stabilizzando le quote del Po e garantendo una stagione irrigua senza particolari difficoltà. La situazione di oggi è più complessa perché non sta piovendo, nemmeno sulle Alpi, e le precipitazioni nevose sono state la metà di quelle medie. In sintesi non abbiamo né acqua immagazzinata sui ghiacciai né precipitazioni. Voglio dire con chiarezza ...
© Riproduzione riservata