Due reazioni differenti, come era prevedibile che fosse. Una più fiduciosa, l’altra decisamente più dubbiosa. È quanto emerge dalle parole dei segretari di Filctem-Cgil e di Femca-Cisl, Ida Salvago e Luigi Baiano all’indomani della pubblicazione, da parte del Carlino, dell’intervista in esclusiva all’amministratore delegato di Eni-Versalis, Adriano Alfani sul Petrolchimico.
Partiamo dalla posizione di Baiano che, come detto in premessa, non si pone in contrasto con la linea espressa dal manager dell’azienda pubblica che, tra le altre cose, ha assicurato che non ci saranno contraccolpi – a Ferrara – sui livelli occupazionali negli impianti della partecipata statale. "Prendiamo atto delle rassicurazioni di Alfani – così il segretario di Femca, che è anche componente della segreteria confederale guidata da Giuseppe Tagliavia – e auspichiamo che davvero non ci sia impatto negativo sul personale. Tuttavia è difficile accogliere queste affermazioni come certezze, finché non vengono supportate da evoluzioni tangibili e con un evidente coinvolgimento con le parti sociali a tutela dei vari programmi e delle strategie per un rilancio delle attività del polo chimico di Ferrara".
Da ultimo, un consiglio più sul piano metodologico. "È necessario – chiude Baiano – gradualmente generare una rete di confronto e condivisione dei piani che sinergicamente trovi il supporto del territorio per una maggiore concretezza degli impegni".
Di tutt’altro tenore è invece il commento che arriva dalla segretaria di Filctem, Ida Salvago che parla di "troppe ambiguità" sulle quali "non sono state date risposte chiare dall’amministratore delegato di Eni-Versalis". La tesi di fondo dei chimici della Cgil, che già all’indomani della presentazione del piano industriale dell’azienda avevano mosso critiche piuttosto aspre, è che in qualche modo "si assisterà a una contrazione sul piano dell’occupazione".
Questa posizione sarebbe suffragata dal fatto che "anche nello stabilimento di Ferrara – argomenta Salvago – c’è una linea produttiva ferma e altre che vanno a fase alterne". Per cui, insomma, non sono servite le parole di Alfani a raffreddare gli animi in casa Cgil che si prepara, peraltro, l’11 a un incontro in cui è stato invitato anche il vicepresidente della Regione, Vincenzo Colla con focus sui Petrolchimici del nord. "Versalis – prosegue Salvago – parla di transizione e di conversione. Ma non si capisce ancora bene in quali settori verranno impiegati questi impianti convertiti".
Al di là della necessità di traguardare gli obiettivi di carattere ambientale fissati dall’Unione Europea, secondo Salvago l’orientamento di Versalis è molto chiaro. "Stiamo assistendo – dice – a una progressiva dismissione della chimica di base. Una crisi, come peraltro ha riconosciuto anche Alfani, strutturale. Ma che in qualche misura per Versalis è stata auto-indotta a fronte di un’esiguità di investimenti nella ricerca, sugli impianti. C’è un punto: la chimica di base ‘serve’ l’80% della filiera manifatturiera. E, il nostro, è un Paese manifatturiero. Ecco perché non possiamo permetterci di smantellare questo asset".