Bondeno, pesca cinque bombe. Chiuso il ponte sul canale Pilastresi

Il ritrovamento di un ricercatore di oggetti antichi. Area delimitata in attesa degli artificieri

Gli ordigni recuperati

Gli ordigni recuperati

Ferrara, 9 settembre 2018 - Ritrovati e pescati, dal magnete di un appassionato di oggetti antichi, cinque ordigni bellici. Roberto Coizzi, di Mantova, ieri mattina cercava elmetti e monete antiche, ma ha trovato bombe. Le ha appoggiate sul ponte, esattamente là dove le aveva pescate, e ha avvertito le forze dell’ordine. Con un provvedimento di massima urgenza, la polizia municipale ha chiuso il passaggio sul canale Cavalletta delimitando l’area. La via Bassa è diventata così strada a fondo chiuso e da via Condotti non la si può raggiungere. Siamo nel cuore delle campagne di Bondeno, tra strade bianche e buche, tra campi coltivati e canali di bonifica. Il ponte è inaccessibile.

Le bombe sono state delimitate da grossi fermi di cemento e plastica. Immediata l’informativa inviata alla Prefettura di Ferrara dai Carabinieri di Burana arrivati sul posto. C’erano anche le guardie provinciali. Si aspettano gli artificieri che valuteranno se farle brillare oppure trasportarle altrove. Fino a quel momento, per motivi di sicurezza, il ponte resterà chiuso. Si tratta probabilmente delle bombe a grappolo lanciate dagli alleati, dall’aereo ‘Pippo’, sugli spostamenti delle truppe tedesche in ritirata, che alla fine della seconda guerra mondiale, muovevano verso il Po, per attraversare il fiume e fuggire. Da terra i carrarmati, dal cielo le bombe che in molti, su quella striscia di terra e di fuga, ricordano con terrore. Ebbene, qualcuna è rimasta inesplosa, coperta dalle acque del canale, conservandosi fino ad oggi.

Una vicenda singolare che svela un mondo di passioni ma anche di pericoli: «Stavo usando il magnete di neodimio, legato ad un filo, calandolo in acqua dal ponte – racconta Coizzi, ricercatore, da quarant’anni, di oggetti antichi – quando improvvisamente ho sentito un peso che si era attaccato. L’ho tirato su e, solo a quel punto, ho capito che si trattava di una bomba inesplosa. A mio rischio e pericolo ho continuato, perché queste cose non possono restare qui. Chiamare le forze dell’ordine è senso civico».

Poi una considerazione: «E pensare – aggiunge – che stavo cercando ben altro: oggetti più antichi, magari risalenti all’epoca medioevale. Comunque – aggiunge – anche due mesi fa ne ho trovate altre e per me qui ce ne sono ancora». Osservando la ‘pesca’ un’ipotesi: «Non hanno più le eliche – fa notare indicandole – probabilmente il tempo e le acque le hanno corrose e sono saltate via. Ma hanno il detonatore in testa. E’ molto probabile che la polvere da sparo dentro ci sia ancora». Delimitata l’area e chiuso il ponte al traffico, ieri la polizia municipale ha diffuso ai cittadini un vademecum su cosa fare in caso di ritrovamento di ordigni bellici inesplosi, sui rischi e su come proteggersi.