Ponte sul Po, lo stop dei Comuni di Ferrara e Occhiobello

"Il cantiere così non può partire, non ci sono le condizioni". Il silenzio dal Ministero

I Comuni non escludono una richiesta di rinvio dei lavori (Foto Bp)

I Comuni non escludono una richiesta di rinvio dei lavori (Foto Bp)

Ferrara, 8 maggio 2018 – «Non sussitono le condizioni per la partenza del cantiere». Lo ‘stop’, politico prima ancora che di natura tecnica, arriva dai Comuni di Ferrara e Occhiobello. A tredici giorni dalla prevista chiusura del ponte sul Po tra Pontelagoscuro e Santa Maria Maddalena, ieri le due amministrazioni hanno fatto il punto.

Un punto amaro, a fronte soprattutto dell’indisponibilità di Trenitalia a consentire la fermata di alcuni treni interregionali, e delle tante incertezze sulla copertura finanziaria dei maggiori costi per garantire il potenziamento dei trasporti pubblici, il pedaggio gratuito per i possessori di Telepass tra i caselli di Ferrara Nord e Occhiobello, e l’attivazione di un traghetto.

«In queste settimane abbiamo amaramente constatato l’indisponibilità di alcuni attori e il silenzio di altri – si legge nella nota congiunta –. Abbiamo visto anche come la soluzione dei problemi, e il loro importante onere finanziario, ad oggi rischino di cadere unicamente sulle spalle degli enti locali, sia che si tratti di pedaggio autostradale, di trasporto pubblico locale o di servizi alternativi come quello di un collegamento fluviale».

Costi che superano abbondantemente il mezzo milione di euro: 150mila euro per il potenziamento del trasporto pubblico (sia urbano che extraurbano), 175mila per garantire alla Società Autostrade il pareggio di bilancio per i passaggi sulla A13, e una cifra ancora incerta per l’allestimento e la gestione di un traghetto tra l’attracco di Santa Maria Maddalena e un pontone da sistemare a Pontelagoscuro.

«Riteniamo sempre più urgente che la richiesta di incontro avanzata 45 giorni fa dalle Regioni Emilia Romagna e Veneto al Ministero dei Trasporti trovi una immediata convocazione, in modo da avere risposte definitive, adeguate e sostenibili finanziariamente». Se ciò non avverrà, i Comuni non escludono una richiesta di rinvio dei lavori: «Ci riserviamo inoltre – la conclusione –, ogni azione conseguente a tutela delle ragioni dei cittadini di entrambe le sponde».