
Il primo cittadino lagunare, Pier Luigi Negri, sul tema chiama in causa la Regione
Il problema dell’insabbiamento del porto canale regionale di Porto Garibaldi risale agli anni 2011 – 2012, quando col progetto “Idrovia Ferrarese”, la Provincia allargò l’imboccatura del porto canale. Da subito ci si rese conto che senza una diga a protezione, sia il moto ondoso che l’insabbiamento sarebbero stati un problema rilevante. Si decise di intervenire da subito sul moto ondoso (ingressione marina), restringendo l’imboccatura agendo sulla diga a sud. Per i sedimenti, si rimandò il problema, ad oggi non ancora risolto.
Parole del sindaco comacchiese Pier Luigi Negri, che sul tema al centro del dibattito in questi giorni, aggiunge.
"I sedimenti si accumulano sulla diga a sud del porto, a Lido Estensi, e poi entrano nell’imboccatura del canale creando problemi alla navigazione e rendendo necessario un intervento di dragaggio ogni due anni. Un intervento efficace comporta una spesa minima di 600mila euro. L’ultimo intervento è stato completato nel febbraio 2024.
Non è vero quanto afferma il consigliere Calvano, che l’amministrazione non chiede i fondi per i dragaggi: il 23 maggio 2025, dopo un incontro con la Regione abbiamo formalizzato la richiesta di contributo, facendo presente che in nostra disponibilità abbiamo ad oggi una somma di 370mila euro, insufficiente per un intervento.
Il problema si risolverà solo con l’esecuzione del progetto regionale “Porto Garibaldi, difesa dell’imboccatura del canale navigabile” nell’ambito dell’Idrovia Ferrarese, passato dalla Provincia alla Regione, per il quale risultano disponibili 10milioni di euro e al 7 novembre lo stato dell’arte, secondo quanto riportato dal sito della Regione, è “progettazione in corso”.
Le informazioni su questi temi sono conosciute dai pescatori della marineria di Porto Garibaldi, con i quali ci siamo confrontati spesso, anche affrontando altre problematiche, quali ad esempio i lavori per l’innalzamento della banchina del porto sul lato di Porto Garibaldi, la cui progettazione è in fase conclusiva.
Sul progetto “Difesa dell’imboccatura” di competenza regionale – in capo al settore che si occupa del Progetto idrovia – siamo in attesa di un incontro, programmato entro il mese di luglio, che servirà per capire lo stato di avanzamento della procedura di progettazione. Procedura complessa e non breve in quanto assoggettata a procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale.
Concludo ribadendo che finché non sarà realizzata l’opera di difesa a mare, gli insabbiamenti si ripresenteranno, così come saranno necessari gli interventi di dragaggio e l’esborso di costi relativi da parte della Regione Emilia-Romagna. Noi i soldi li chiediamo ogni anno e ora aspettiamo risposte".