Pos o contanti, i negozianti in coro: "Il problema sono i costi bancari"

Viaggio tra gli operatori alla luce delle misure governative che da gennaio cambieranno i pagamenti elettronici

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di Ruggero Veronese

"Eliminare l’obbligo al Pos? È un falso problema: per aiutare i commercianti dovrebbero abbattere i costi bancari". Sono parole che riassumono il pensiero di molti commercianti ferraresi quelle di Lorenzo Guandalini, titolare di un negozio di souvenir in piazza Trento Treste. L’ipotesi del governo di abolire le sanzioni per chi non accetta pagamenti elettronici inferiori a 40 euro non sembra infatti raccogliere l’entusiasmo dei negozianti del centro, che durante i giorni dello shopping natalizio commentano con una certa freddezza la novità che potrebbe scattare dal primo gennaio.

"Personalmente ho sempre tenuto il Pos, anche prima che scattasse l’obbligo - afferma Guandalini -, ma è normale per chi lavora con turisti e stranieri, che spesso sono più abituati di noi alle transazioni elettroniche. La cosa che tutti vorremmo è un’altra: abbassare le spese per commissioni, ma per farlo il governo dovrebbe andare contro alle banche. Questa riforma farà felice solo quelli che sono sempre stati contro al Pos".

Il tema dei costi bancari si ripresenta a più riprese tra i commercianti del centro, in particolare per attività come bar o tabaccherie che basano i bilanci su piccole transazioni.

"Personalmente spesso preferisco proprio i pagamenti elettronici, perchè non pago commissioni sotto ai 10 euro - spiega Giovanni Chiello, titolare di una tabaccheria -, ma il discorso può cambiare per spese più alte. Dipende molto dal tipo di accordo che ogni negozio ha con la sua banca". L’abitudine al pagamento elettronico sembra insomma ormai sempre più diffusa anche nel capoluogo estense ed è ormai difficile entrare in negozi o locali che dopo la riforma non accetteranno più il Pos per le micro transazioni: "Ormai ci siamo abituati - spiega Riccardo Guan, gestore di un bar -, soprattutto le persone più giovani usano spesso carte e smartphone alla cassa. Certo, quando qualcuno paga un caffè preferisco prendere le monete, ma se ha solo la carta non è un problema". "Serve un po’ di buon senso - gli fa eco Davide Spettoli, proprietario di una tabaccheria -. Se gli importi sono limitati, preferisco i contanti. Ma continuerò sempre ad accettare il Pos anche per le piccole spese: è una libera scelta del cliente". "È chiaro che il vero problema riguarda le commissioni, e non l’obbligo o le soglie per usare il Pos - sintetizza il ristoratore Massimo Cappelli -. Il discorso in Italia è sempre lo stesso: per aiutare i commercianti e le imprese bisognerebbe sgravarle dai costi eccessivi e lasciare un po’ di libertà. Il pagamento elettronico ormai è sempre più diffuso: bisogna renderlo conveniente anche per i commercianti".