Prete nei guai per abusi su minori a Ferrara, la vittima: "Violenze anche in sagrestia"

Il ragazzo che ha denunciato il sacerdote ha raccontato in aula le presunte violenze dai 16 ai 18 anni. Presente l’imputato che ha sempre negato

Don Rugolo fu arrestato dalla polizia di Ferrara ad aprile dello scorso anno

Don Rugolo fu arrestato dalla polizia di Ferrara ad aprile dello scorso anno

Ferrara, 9 luglio 2022 - Si è seduto al banco dei testimoni e ha raccontato gli abusi sessuali subiti. O quantomeno, per ora, quelli che lui ritiene essere stati tali. Quei rapporti accaduti dal 2009 al 2013 che hanno portato don Giuseppe Rugolo sotto processo per violenza sessuale su minori, quando ricopriva l’incarico di collaboratore canonico ed educatore dell’Azione Cattolica. Episodi che sono iniziati da quando la vittima aveva 16 anni e proseguiti fino ai venti, sempre secondo la denuncia che ha portato al processo davanti al Tribunale di Enna, e da giovedì raccontato anche in aula dalla vittima stessa. Il giovane che oggi ha trentuno anni - a chi era in aula - è apparso tranquillo, fermo. Senza cedimenti ha ripercorso ogni abuso. Un interrogatorio complesso, sofferto ovviamente e lunghissimo. Domande e risposte che sono andate avanti per nove ore, tanto ché l’udienza è terminata alle 21. Non avrebbe mostrato segni di esitazione o cedimento durante il racconto di quegli approcci che si sarebbero consumati in diversi luoghi, anche nella sagrestia della chiesa di San Giovanni Battista.

Prete arrestato per abusi sui minori: interrogatorio fiume a una delle presunte vittime - Accusato di abusi sessuali, tolti i domiciliari a don Rugolo

La trattativa. Oltre a ricostruire gli abusi, il giovane ha anche ripercorso la presunta trattativa tra la sua famiglia e il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana, per l’erogazione di una cifra attorno a venticinquemila euro che, sempre secondo quanto raccontato in aula ai giudici, avrebbero dovuto essere presi dal fondo della Caritas diocesana. Offerta però che non si è mai concretizzata, perché la famiglia del giovane non accettò la proposta. Don Rugolo ha sempre respinto le accuse al mittente e cercherà di spiegarlo durante l’esame dell’imputato. A quel punto il sacerdote che è stato arrestato a Ferrara ad aprile del 2021, assistito dall’avvocato Denis Lovison, racconterà la sua versione dei fatti. Si torna in aula il 10 ottobre con ancora i testi dell’accusa, tra i quali il padre del ragazzo, un poliziotto in pensione e il vicario della diocesi. In aula era presenta don Rugolo che ha l’autorizzazione a lasciare Ferrara ogniqualvolta ci sono le udienze del processo, perché per il resto del tempo il sacerdote è ancora gravato dall’obbligo di dimora a Ferrara

Tolti i domiciliari. "La corretta condotta mantenuta dall’imputato durante il lungo periodo di restrizione cui è stato sottoposto, anche mediante l’accettazione di dinieghi su sue istanze, fondano una maggiore affidabilità dell’imputato stesso". È un passaggio delle motivazioni con cui il giudice Francesco Paolo Pitarresi ha firmato, più di un mese fa, l’ordinanza di revoca degli arresti domiciliari nei confronti di Rugolo. La richiesta di revoca dei domiciliari presentata direttamente dalla procura e non dall’avvocato difensore del sacerdote. Rugolo è tornato in libertà seppur con l’obbligo di dimora dopo 13 mesi di arresti domiciliari, trascorsi nel seminario di Ferrara, dove era stato trasferito a seguito delle segnalazioni fatte dalla vittima ai sacerdoti della diocesi di Piazza Armerina, in provincia di Enna. Il sacerdore, iInoltre, non può lasciare il seminario ferrarese durante le ore notturne.

"Bene, un primo passo verso la libertà", è stato il commento dell’avvocato Lovison, quando venne a conoscenza della revoca degli arresti domiciliari. Si torna in aula come già detto il 10 ottobre prossimo.