Ucraina, profughi a Ferrara. La nonna: "Abbraccio i miei nipotini sfuggiti dall’inferno"

La storia di nonna Nina e dei bimbi fuggiti dalla guerra. Il vicesindaco Lodi di ritorno: "Ferrara sia accogliente"

Nonna Nina abbraccia i suoi nipotini, riusciti a scappare dalla guerra in Ucraina

Nonna Nina abbraccia i suoi nipotini, riusciti a scappare dalla guerra in Ucraina

Ferrara, 7 marzo 2022 - Il viaggio di ritorno ha il rumore del silenzio. Il tir di generi alimentari, beni di prima necessità e medicinali è stato scaricato. Ora tutto sarà distribuito alla popolazione di Drohobic. E con un po’ di fortuna anche Ferrara potrà dire di aver fatto la sua parte per lenire il dolore sempre più profondo di un popolo che sta resistendo eroicamente. "Shh, i bambini dormono. Scendo dalla macchina, non voglio svegliarli: sono esausti". Dall’altra parte della cornetta c’è il vicesindaco Nicola Lodi.

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Assieme a lui, in macchina, due madri e tre bambini. "Li abbiamo portati via dall’inferno – dice Lodi – . Dove eravamo noi, oltre il confine ucraino, le bombe non si sentivano, ma si respirava l’aria di guerra. Mi hanno colpito lo spaesamento e la disperazione di queste persone che, fino a poco prima dell’invasione operata da Putin, avevano un lavoro e una vita regolare. Oggi non hanno più nulla". Se non la speranza di poter trovare, a Ovest, una nuova terra che li accolga. "C’era una grande confusione alle dogane – prosegue Lodi – e tante persone si perdevano. Al centro di identificazione, per fortuna, queste due madri che stiamo portando a Ferrara, mi hanno riconosciuto". Ora saranno "ospitate, assieme ai bambini, da amici e parenti in città". Poi l’appello ai ferraresi. "Se c’è qualcuno che ha appartamenti o ha case grande ed è in grado di ospitare qualche profugo lo faccia". Dalla Prefettura arriva invece un altro invito, proprio a chi ospita i profughi: accompagnarli negli uffici comunali per raccogliere le generalità e sottoporli alla campagna di screening e tamponi.

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Da Cento , un’altra storia di salvezza. I bimbi che corrono verso la nonna e un grande abbraccio mentre le lacrime scendono. "Sono salvi" dice nonna Nina che finalmente dopo 10 giorni di inferno, in pensiero per la sua famiglia in Ucraina e poi un viaggio di 4 giorni e 4 notti, ha visto ieri arrivare a Cento i suoi tre nipoti di 6, 11 e 13 anni. Sono insieme alla mamma, scappati dalla guerra che porteranno negli occhi, con il suono delle sirene nelle orecchie. Dopo aver salutato papà e nonno, rimasti in quell’inferno. "Sono stati giorni di paura e angoscia– dice nonna Nina, nel centese da tanti anni – per cercare di portare in salvo quei bambini che hanno affrontato in pullman un viaggio estenuante". Partiti da Hajvoron nel Kirovograd, ora sono al sicuro ma con tante difficoltà da affrontare. "Ora siamo in 9 in un piccolo appartamento e con un solo stipendio ma so che il cuore di Cento è grande – dice –. Luca, appena arrivato, ha chiesto di incontrare il sindaco". "In Ucraina sono rimasti mio figlio e mio marito – conclude – prego per loro tutti i giorni".

re. fe.