
Nell’ambito del Festival della progettazione europea è stato illustrato Fashion, un’iniziativa triennale lanciata a gennaio e finanziata dall’Unione Europea con...
Nell’ambito del Festival della progettazione europea è stato illustrato Fashion, un’iniziativa triennale lanciata a gennaio e finanziata dall’Unione Europea con 316mila euro nell’ambito del programma Erasmus+, rivolta a Stati membri e Paesi terzi. Il progetto, coordinato da Cna, si concentra sul fornire agli studenti di Giordania e Tunisia competenze e abilità essenziali, pensate per le esigenze del settore della moda. L’obiettivo principale è quello di creare un programma di formazione professionale in fashion design in Nord Africa e Medio Oriente, attingendo al contributi formativo delle università di Italia, Grecia e Spagna, unitamente alla ricca esperienza dei maestri designer locali.
A illustrare il progetto sono intervenuti Loai M. Dabbour dell’Al-Zaytoonah Università della Giordania, Amine Haj Taieb dell’Università di Sfax in Tunisia, Silvia Merli responsabile comunicazione di Cna e Alexandra Storari, presidente di Officine Europa e ideatrice dell’European Projects Festival. Quest’ultima ha fornito un commento a margine dell’iniziativa. "Il tema dell’ultima giornata del Festival della progettazione europea era quello dell’unione, da intendersi in ottica solidaristica, come estensione ai 27 Stati membri per aprirsi ai Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. Questo progetto – ha spiegato Storari – mette insieme le competenze a livello accademico delle università europee e le specifiche esigenze che il mondo produttivo sa evidenziare".
Nell’ambito della tavola rotonda ‘Diritti umani e flussi migratori: una sfida centrale per l’Europa’ è invece intervenuto l’arcivescovo Gian Carlo Perego. "L’Europa è una casa comune, i migranti rappresentano una componente importante, con 55 milioni di individui, di cui 38 nati in altri Paesi. La politica europea dal 2012 si è concentrata eccessivamente sul controllo delle frontiere, lasciando ai singoli Stati la gestione pratica delle questioni migratorie – ha dichiarato –. In Italia, le misure adottate si limitano al decreto flussi, una volta all’anno, un sistema che non riesce a far incontrare domanda e offerta di lavoro, generando così situazioni di irregolarità".